Detto da uno dei leader anti G8 di Genova potrebbe apparire un commento che non ti aspetteresti. Ma il Casarini che Il nel 2017 è stato eletto con Bianca Guzzetta alla carica di segretario di Sinistra Italiana in Sicilia dal Congresso Regionale del Partito e che dal marzo del 2019 è il capo missione della nave Mar Jonio, quella che ha recuperato 49 migranti al largo delle coste libiche e fatti sbarcare a Lampedusa, intervento che gli ha fatto beccare un’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e rifiuto di obbedire all’ordine imposto dalle autorità di arrestare l’imbarcazione, non è nuovo a manifestazioni di opinioni controcorrente, a secondo del punto di vista con le quali si giudicano.
Di recente, in un editoriale su Il Riformista ha fatto “Una proposta, ma prima voglio cercare di comprendere: il dileggio, le offese, il pensiero unico, “l’agit prop” di tutto l’apparato di opinionisti, editorialisti, notisti, che si scagliano contro “i pacifisti”, forse deriva da un non sapere che cosa dire e fare difronte allo stato dell’arte. La Nato e l’Unione Europea, appare chiaro a Zelensky in primis, sono contrarie ad allargare il conflitto. Alla terza guerra mondiale insomma. Il fatto che nessuno dei sopracitati opinionisti, scriva apertamente che sbagliano il portavoce della Nato Stoltenberg, o Macron, o Di Maio, “che non vogliono entrare in guerra contro la Russia”, mi appare, come la conseguenza che nemmeno Riotta, Polito, etc. vogliano entrare in guerra. Attaccano i No War come “disertori e vigliacchi” nella guerra “per difendere i valori e i principi del Mondo Libero”, ma poi, difronte alle pressanti e anche drammatiche richieste del Presidente dell’Ucraina, si imboscano”.
“L’invio delle armi all’esercito ucraino, si è rivelato come il classico “specchietto per le allodole”. L’incantesimo è finito quando il Presidente, e anche il movimento ucraino in Europa, ha cominciato a chiedere la No Fly zone, e cioè dunque, che finalmente quelli che incitavano a combattere, combattessero. “Quanti bambini morti servono ancora all’Europa, per decidere di intervenire per bloccare l’aviazione russa?”. I balbettii sofferti senza risposta, il “far finta di non capire” come in quella piazza a Firenze, nonostante una inequivocabile richiesta da parte di Zelensky, sono uno sensazione che io credo, intimamente, per i nostri opinionisti che attaccano i pacifisti, sia davvero dura da metabolizzare. Che cosa rispondi difronte a questa domanda, tu che sei perché gli ucraini difendano la tua Europa? L’esercito dello Zar non sta certo a guardare mentre gli passano dalle frontiere polacche o rumene Tir, anche se magari camuffati da aiuti umanitari, pieni di stinger e di missili terra aria, come dimostra l’ultimo bombardamento con missili da crociera, nella base militare a 25 km dal confine polacco. Gli ucraini stanno resistendo probabilmente soprattutto con quello che avevano già. La loro risorsa più grande, quella che ha spiazzato tutti, è il popolo, il sentimento, la determinazione”, ha aggiunto.
“Ma dunque, e questa è la domanda che, al netto di ogni polemica e ogni differenza, rivolgo ai fustigatori degli imbelli pacifisti, che cosa facciamo difronte al massacro annunciato, per fame e sete o per bombardamenti aerei che si fanno da 4 km di altezza, al riparo da contraeree manuali? – si è chiesto – Come si fa a dire agli ucraini che stanno morendo “siete bravi, eroici, avete ragione” e poi stare a guardare mentre vengono fatti a pezzi? Il tempo delle sanzioni, della guerra economica e commerciale, è lungo e complicato dall’interdipendenza del mondo globalizzato. Gli ucraini stanno morendo ora sotto le bombe che noi paghiamo attraverso l’acquisto obbligato di gas e petrolio. Quello che accomuna tutti, la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica europea, e delle istituzioni, è che non si vuole una guerra più grande. Bene. Allora adesso, coerentemente con tutto quello che si dice sull’eroismo degli altri, dobbiamo trovare il modo per provare a salvare milioni di persone tenute in ostaggio da un despota. Faccio una proposta, sinceramente, a tutti i grandi opinionisti, a quelli che hanno il potere di smuovere l’opinione pubblica, come sta accadendo per l’accoglienza e l’aiuto ai profughi ucraini (speriamo tra l’altro che se ne ricordino, dei profughi, perché una mamma con un bambino, un uomo, un anziano, che scappano da un lager e dalle torture in Libia, non è diverso da chi scappa oggi dall’inferno di Kiev): lanciate voi, Riotta, Polito, Mieli, e tutti gli altri, il sindaco Nardella, il Segretario del Partito Democratico Enrico Letta, una grande iniziativa italiana ed europea”.
“Andiamo in migliaia in Piazza Maidan – ha concluso – Con i nostri corpi, con la forza e il coraggio della ragione e della condivisione, della solidarietà. Sarebbe una No Fly Zone dal basso. Una grande campagna, che riunisca tutti e tutte coloro che non vogliono la guerra, il suo allargarsi e divenire il nostro presente senza futuro, ma allo stesso tempo non lasciano soli i civili ucraini a morire. Che riunisca coloro che sono contro la guerra, ma non vogliono allo stesso tempo darla vinta al Golia di turno, e inventano la propria “fionda”. Io sarei il primo ad aderire. Deve essere una cosa grande però, dove voi possiate essere in prima fila. Lo farebbero tantissimi e tantissime altri. Bisogna fare presto, è complicato, ma non impossibile. Dobbiamo tentare, e voi che così autorevolmente difendete i “valori europei e il Mondo Libero”, potreste essere il motore di questa mossa spiazzante. No Fly Zone dal basso. Migliaia di europei, grandi personalità come le vostre, insieme a persone normali che si battono per un altro mondo possibile. Vi chiedo, che ne pensate?”.
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