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Catania, Caritas, conclusi i murales all’Help Center: segno della fratellanza umana

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Giovedì scorso la fine dei lavori degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania

Giovedì scorso sono stati inaugurati i due murales ispirati alla fratellanza umana e realizzati sulle pareti esterne dell’Help Center dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania.

Presenti all’evento, tra gli altri, la presidente dell’Accademia, Lina Scalisi, il direttore, Vincenzo Tromba, la docente Daniela Costa che ha supervisionato il progetto, don Piero Galvano, direttore della Caritas Diocesana di Catania, e Salvo Pappalardo, responsabile delle attività dell’organismo diocesano.

Le due opere, scelte in seguito a un concorso di idee lanciato tra gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, sono Angelo Misericordioso di Maria Santoro, collocato sulla parete dell’ingresso dell’Help Center, e La gioia del donare di Leandro Villino, che si trova sulla parete laterale. Un’iniziativa che ha permesso agli studenti, garantiti da tutte le misure anti contagio previste dall’autorità pubblica, di tornare a operare in un laboratorio all’aperto e di segnare l’Help Center con delle immagini che esprimono l’amore verso il prossimo. Un passaggio percepito anche dal direttore don Piero Galvano che ha voluto ricordare che «si conclude oggi il ‘servizio’ degli studenti dell’Accademia in Caritas, ma il loro segno su questa struttura resterà indelebile per ricordare a tutti che è il senso della fratellanza umana a guidare le azioni dei nostri volontari. Ringrazio i ragazzi che hanno lavorato con cuore e passione».

Gli studenti, undici in tutto, hanno impiegato circa venti giorni per realizzare i due interventi di urban art, documentando con foto e video l’intero iter creativo. Settimane di lavoro intenso che ne hanno svelato talento, professionalità, dedizione e impegno sociale dei ragazzi, consentendone l’ingresso a pieno titolo nella famiglia dei volontari della Caritas Diocesana. Anche su questi aspetti si è soffermata Lina Scalisi, presidente Accademia Belle Arti di Catania, sottolineando come «il murales sulla fratellanza rappresenta per l’Accademia più di un motivo di orgoglio. Per il messaggio che trasmette, ora più che mai fondamentale in una crisi che ha avuto inevitabili ripercussioni sui concetti di solidarietà e accoglienza. Per il rapporto virtuoso che ha aiutato a cementare con la Caritas, ente sempre in prima linea per la difesa degli ultimi. E per il rapporto con la città che, grazie a questo atto di riqualificazione di uno spazio pubblico, conoscerà un’altra opera di ingegno dei nostri studenti. L’Accademia è Catania, ancora una volta».


Anche i ragazzi hanno voluto esprimere le emozioni legate a un intervento che miscela arte e solidarietà. Federica D’Agostino, studentessa dell’Accademia, si è concentrata sulla definizione di un’esperienza che «mi ha aiutata a capire il vero senso del ‘donarsi’ per il prossimo, ed è stato un onore per me collaborare insieme alla grande famiglia della Caritas di Catania!». Per un’altra studentessa, Giuseppina La Valle, «l’opportunità che mi è stata data partecipando a questo grande evento mi ha permesso una crescita morale e culturale». Marianoemi Daquino ha posto l’attenzione su un aspetto particolarmente rilevante: «in questo progetto non abbiamo solo realizzato un murales ma abbiamo stretto nuovi legami e abbiamo realmente capito cosa la Caritas fa per la comunità e quanto, oltre agli aiuti materiali che vengono offerti, sia indispensabile un semplice abbraccio o una parola di conforto per far tornare la luce negli occhi del prossimo. Non dimenticherò mai questa esperienza, la gentilezza e il lavoro di tutti i volontari».

Un momento artistico che si è tramutato anche in un confronto con quanti vivono il disagio nella città.  Tra i tanti fratelli assistiti che hanno espresso le loro impressioni sui lavori dei ragazzi, c’è chi ha apprezzato l’Angelo perché «mi fa sentire protetto anche in una situazione così difficile» e altri che invece hanno posto l’accento sull’utilità dell’opera perché così «la gente che passa da fuori capisce chi sono quelli che vengono qui, quelli come me che hanno bisogno d’aiuto». In molti hanno seguito quotidianamente il percorso degli studenti: «vengo qui ogni giorno, ho parlato con i ragazzi mentre lavoravano, li ho ascoltati; è stato molto bello vedere tutti questi giovani così impegnati e volenterosi».

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Redazione Catania

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