Pubblicato il 24 Settembre 2020
Nonostante le risorse regionali a disposizione, un rimpallo di responsabilità blocca il sistema. Nè l’Ufficio scolastico territoriale né le Politiche sociali metropolitane dialogano tra loro
La Città metropolitana di Catania prolunga il lockdown scolastico per gli oltre 400 studenti con disabilità delle scuole superiori: pur potendo contare su cospicui finanziamenti regionali per diversi milioni di euro, fino al 31 dicembre, le Politiche sociali metropolitane non fanno partire l’assistenza igienico-personale.
Lo denuncia Lucrezia Quadronchi, psicoterapeuta e responsabile dello sportello Cisl per la disabilità “Orient’abilità”, che ha ricevuto numerose segnalazioni da parte delle famiglie, subito dopo l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021 che non è stato uguale per tutti.
«Ci troviamo di fronte alla palese negazione di un diritto costituzionale – afferma Quadronchi – e a un quadro di enorme confusione, con un incomprensibile rimpallo di responsabilità, nonostante l’amministrazione regionale abbia trasferito alla Città metropolitana catanese risorse per quasi 2 milioni di euro. Risorse da utilizzare fino a dicembre 2020 per progetti migliorativi e integrativi a favore degli studenti con disabilità, come deliberato dalla giunta regionale il 23 luglio 2020. Somme che si aggiungono a quelle non utilizzate per la seconda parte dell’anno scolastico passato, a causa della forzata chiusura delle scuole».
«Purtroppo – continua – dobbiamo registrare ancora una volta un inspiegabile irrigidimento del dirigente metropolitano presso cui permangono dubbi interpretativi e perplessità per applicare la deliberazione della Giunta regionale. Col risultato che tutto ciò si ripercuote negativamente sugli studenti e sulle loro famiglie, impedendo loro di godere del diritto allo studio e all’assistenza, e aggravandone il quadro dei progressi terapeutici dopo l’interruzione forzata dovuta all’emergenza sanitaria da Covid19».
«Ci sono addirittura famiglie – aggiunge la psicoterapeuta – che ci raccontano di come, in alcune scuole, i dirigenti scolastici dicano ai genitori di non portare i figli disabili a scuola perché non hanno personale formato e non sanno come assisterli. Un fatto del tutto illegittimo che sovverte un sistema che dovrebbe essere di protezione sociale e dovrebbe pensare alle priorità, cioè alle fragilità. Sulla base di quelle ci si doveva organizzare e c’era anche tutto il tempo per farlo. La Regione, stavolta, l’ha fatto. Purtroppo il meccanismo si è inceppato altrove».
Anche per Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, la situazione è allarmante. «C’è da essere preoccupati ma anche indignati – spiega – per come si sta affrontando la vicenda degli studenti con disabilità delle scuole superiori. A fine luglio, in occasione di una conferenza di servizi con l’assessore regionale alla famiglia Antonio Scavone, la Cisl e la Cisl Fp lo avevano sollecitato a chiarire formalmente come andavano attivati i servizi integrativi speciali. Cosa che ha fatto con le circolari di settembre e con la convocazione in 5° commissione dell’Ars».
«Oggi, invece – sottolinea – abbiamo un Ufficio scolastico territoriale andato in confusione, che non dà alcuna indicazione ai dirigenti scolastici per la formazione del personale ATA e per il contingente Covid, e un dirigente metropolitano ostinato sulle proprie convinzioni. Per giunta, entrambi non comunicano tra loro, e così il sistema dell’assistenza si è bloccato con grave danno per gli alunni, il loro percorso riabilitativo e le famiglie»
«La Cisl, assieme all’Adiconsum, all’Anteas e allo sportello Orient’Abilità, stanno impegnando i propri legali per studiare una possibile class action nei confronti degli enti che hanno responsabilità nella vicenda, e, se sussistono i presupposti, procedere anche con una denuncia alla Procura per chi sta ostacolando il sistema e si sta interrompendo un pubblico servizio».