“Da tempo, con denunce pubbliche e atti parlamentari, ho sollevato l’attenzione e chiesto risposte sulla gestione imbarazzante dei beni culturali della Regione specie in provincia di Catania. Il paradigma del disastro è l’anfiteatro romano di Catania che era quasi sempre chiuso e aveva orari ridotti. Soltanto dopo aver sollevato il caso il governo Musumeci ha messo una pezza ma adesso, con le proteste legittime dei sindacati, le criticità sono riemerse con ancora maggiore gravità”.
Così Jose Marano, deputata regionale del Movimento Cinquestelle, da sempre in prima linea per la valorizzazione dell’immenso patrimonio storico dell’Isola. Patrimonio che incredibilmente continua ad essere bistrattato, mortificato, così come lei stessa rappresenta anche con una foto eloquente, quella in cui si è fatta ritrarre davanti all’ingresso in piazza Stesicoro del “Colosseo nero”, uno degli anfiteatri più grandi dell’epoca romana è conservato sotto i palazzi e le chiese barocche del cuore di Catania, costruito con mattoni rossi e pietra lavica ricoperti di marmo.
La Marano sostiene la nota del sindacato autonomo dei dipendenti della Regione Sadirs che ha chiesto convocazione ai prefetti di Palermo e di Catania per le loro condizioni di lavoro a custodia dei beni culturali della Regione.
“Il Sadirs denuncia turni massacranti a causa dell’esiguità del personale con lavoratori costretti a coprire sino a 36 ore di vigilanza dei siti. E’ così che Musumeci considera il lavoro dei dipendenti? E’ così che Musumeci e Samonà intendono valorizzare i beni culturali della Sicilia? E meno male che si parla sempre della cultura e del turismo come di un volano economico! La verità è che il governo regionale non riesce a trovare soluzioni adeguate che consentano l’apertura continuata dei siti e, al contempo, prevedano il potenziamento degli organici. Incontrerò gli esponenti del Sadirs e dei lavoratori per ascoltare le loro legittime richieste e solleciterò ancora una volta il governo regionale affinché si trovi una soluzione definitiva”.
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