Ieri sera è stata organizzata in breve tempo, con l’urgenza del dolore da lenire, una messa ortodossa in piazza Duomo,. Il Comune si è illuminato dei colori della bandiera ucraina. In un silenzio cupo come la coltre di angoscia e impotenza impone qualsiasi guerra si sono riunti figli di quel popolo improvvisamente brutalizzato e alcuni cittadini. Ma sono infinitamente di più quelli che stanno manifestando solidarietà sui social, che invocano interventi concreti per fermare l’assurdo conflitto, per soccorrere civili inermi, vittime incolpevoli di strategie che se ne infischiano delle conseguenze, delle sofferenze provocate.
“Ho mia madre e mio fratello che abitano a Kiev”, ci racconta Irina. “Nei giorni scorsi riuscivo a sentirli più frequentemente al telefono o tramite il pc – aggiunge – Adesso è tutto sempre più complicato, perché stanno cercando disperatamente di raggiungere in auto il confine con la Polonia ed è difficile anche riuscire a ricaricare il telefono. Inoltre ci sono problemi anche via web, le linee sono disturbate, in alcune zone del tutto disattivate. E’ un’ingiustizia che non meritiamo, inaccettabile. Putin deve essere fermato, ma non solo per quello che sta facendo adesso. Che Dio ci aiuti”.
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