Ossa senza nome sono state trovate sulla Maiella, a 2.450 metri d’altezza. Le ha segnalate un turista lombardo, il 17 agosto del 2020. La prova del Dna ha sciolto ogni dubbio, ridando identità ai resti: essi appartengono al 59enne Valerio D’Ettorre, un fotografo teatino scomparso sei anni fa, senza lasciare traccia.
Cristian D’Ovidio, medico legale, lo afferma nella sua relazione, in merito agli esami approfonditi svolti all’università d’Annunzio con la collaborazione dei genetisti forensi. Non si tratta più di “morte presunta”, come si leggeva sul fascicolo aperto dal pubblico ministero Giuseppe Falasca.
Il fotografo ha avuto un malore. I suoi resti sono rimasti esposti alle intemperie, in alta montagna, per cinque anni. Posto che non è stato facile estrarre il profilo genetico, per confrontare il Dna è stato necessario riesumare il corpo della madre di D’Ettorre, Maria Potere, dal cimitero di Chieti. Era morta nel 2015, qualche settimana prima della sparizione del fotografo. Ora è stata fatta luce.
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