Li, tra gli alleati più fidati del presidente Xi Jinping, è l’ex capo del Partito comunista di Shanghai che aveva supervisionato il lockdown draconiano di aprile e maggio 2022 per contrastare l’ondata di focolai di Covid-19: la disastrosa gestione della crisi, con proteste diffusi e scontri, aveva messo in dubbio la possibilità di una sua salita ai vertici del Pcc e dello Stato.
Da allora, Li e i suoi colleghi hanno aperto le porte all’élite degli affari, offrendo rassicurazioni sul sostegno del governo al settore privato, negli sforzi per convincere coloro che si erano trasferiti all’estero durante la pandemia a tornare in Cina.
I principali funzionari di partito in genere aspettano che i loro incarichi di governo siano ufficializzati e formalizzati, ma Li subito dopo essere stato nominato numero 2 del Pcc al XX Congresso nazionale di ottobre avrebbe assunto la guida di una task force nazionale anti-Covid, svolgendo – secondo le ricostruzioni dei media – anche un ruolo di persuasione presso Xi per l’abbandono della politica della tolleranza zero al coronavirus.
Li, considerato un pragmatico con buone capacità gestionali con il mondo degli affari, ha dimostrato – secondo alcuni osservatori – di essere più di un semplice lealista di Xi che molti si aspettavano, svolgendo ruoli di primo piano oltre che nella lotta al Covid anche sul fronte della crescita dell’economia.
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