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Clima, natura in tilt: primizie pullulano al mercato

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I cambiamenti climatici sconvolgono i cicli stagionali. Arrivano sui banchi le primizie, con un mese di anticipo. Ciò è dovuto a un inverno anomalo, che ha mandato in tilt le colture, con la raccolta di zucchine e fragole nel Lazio già avviata, ma anche l’arrivo degli asparagi in Campania e delle fave in Sicilia molto prima del tradizionale appuntamento del primo maggio. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nei mercati degli agricoltori di Campagna amica sugli effetti concreti dei cambiamenti climatici con un lungo anticipo di primavera. Nelle campagne laziali si trovano così – sottolinea la Coldiretti – anche gli agretti oltre agli asparagi, arrivati almeno quindici giorni prima del normale, mentre nel Napoletano e in Sicilia i piselli hanno accelerato di due settimane e sono pronti al consumo. In Calabria ci sono già – continua Coldiretti – cipollotti, carciofi e fragole come in Sardegna dove si raccolgono anche gli spinaci. Il caldo fuori stagione – sottolinea la Coldiretti – ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno.

Se nei banchi del mercato di Campagna Amica di Roma gli agricoltori offrono anche asparagi e fragole – rileva la Coldiretti – al mercato contadino di Napoli ci sono anche i fiori di zucca assieme alle zucchine, mentre al mercato di Catania è possibile acquistare fave e piselli e in quelli sardi di Sassari, Monserrato, Oristano e Nuoro le favette. Cipollotti carciofi e zucchine arricchiscono inoltre l’offerta dei mercati calabresi, da Catanzaro a Cosenza, fino a Reggio Calabria, ma i carciofi si trovano anche in quello di Campobasso, in Molise.

Coldiretti: la natura è in tilt

La natura è dunque in tilt e a macchia di leopardo lungo la Penisola dove – riferisce la Coldiretti – si sono verificate anche fioriture anticipate di mandorli e peschi, ma nei campi è fiorito pure il rosmarino e sono comparse già le margherite. Un clima folle, che non aiuta certamente la programmazione colturale in campagna, ma espone le piante anche al rischio di gelate nel caso di brusco abbassamento delle temperature, con conseguente perdita delle produzioni e del lavoro di un intero anno.

Sfasamenti stagionali ed eventi estremi hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio, tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.

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Redazione Nazionale

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