Napoli Cronaca

Colpo al clan Orlando di Marano, così acquistavano illecitamente immobili per riciclare il denaro sporco (VIDEO)

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In mattinata i finanzieri dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Cagliari e Napoli e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) hanno eseguito 7 misure cautelari disposte dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Del Prete Luigi (cl. 1990) e De Luca Carlo (cl. 1987).

Entrambi sono già detenuti in carcere, in quanto ritenuti gravemente indiziati di altri reati come trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante del metodo mafioso e della finalità agevolatrice del sodalizio denominato clan Orlando.

Con le stesse accuse sono stati posti agli arresti domiciliari Portarapillo Pasquale (cl. 1965) e Panella Domenico (cl. 1980) per aver interferito sul regolare svolgimento di un’asta giudiziaria in una procedura esecutiva immobiliare, determinando l’aumento del prezzo di un appartamento a Marano per impedirne l’acquisto.

Sono stati raggiunti dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria anche Simeone Michele (cl. 1979), Di Meo Ilaria (cl. 1987) e Halych Kateryna (cl. 1985).

L’avvio delle indagini

Le indagini sono partite dal mese di aprile 2019 nei confronti di un gruppo di narcotrafficanti, composto da soggetti campani e sardi che avevano organizzato un traffico proficuo di hashish sull’asse Napoli- Medio Campidano.

L’analisi di un’ampia documentazione e gli accertamenti bancari e patrimoniali hanno consentito di ricostruire diverse operazioni d’acquisto di beni mobili ed immobili, tra i quali anche attività commerciali, tra il 2014 ed il 2018. I beni venivano quindi acquistati da prestanome per riciclare il denaro sporco, totalmente asserviti agli affari illeciti del principale indagato, Del Prete Luigi, inserito nel clan Orlando egemone sul territorio di Marano con cui aveva frequenti rapporti.

Gli indagati, per “schermare” i beni illecitamente acquistati, hanno inoltre utilizzato una persona fisica nell’acquisto di un immobile di una società riconducibile al cognato dei fratelli Nuvoletto Antonio (di cognome diverso per un errore dell’Anagrafe) e Nuvoletta Filippo, noto come O’ Cecato, esponenti di spicco del clan Nuvoletta.

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Redazione Napoli

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