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Il conduttore Rai arrestato e sotto processo: l’accusa è gravissima

Pubblicato il 16 Ottobre, 2023

Altri guai in vista per Ciro Di Maio, attore e conduttore tv 48enne già arrestato due anni fa per aver acquistato dall’Olanda la cosiddetta droga dello stupro e condannato a un anno e 4 mesi dal Tribunale di Milano e a una multa di 3.800 euro.

Adesso l’ex Carramba boys deve affrontare un nuovo processo con l’accusa di aver acquistato 3 litri di droga dello stupro, detta Gbl, dalla Cina e pagata in Bitcoin. Baj Macario, sostituto procuratore di Milano, ha chiesto il giudizio immediato per lui dopo le indagini della Guardia di Finanza a Malpensa.

Il secondo arresto di Ciro Di Maio

L’arresto del conduttore, prima ai domiciliari e poi in libertà allo scadere dei termini di custodia cautelare, è scattato dopo un’ispezione effettuata dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Malpensa su una spedizione arrivata dalla Cargo City all’aeroporto di Malpensa proveniente dalla Cina. I finanzieri, con l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria di Busto Arsizio, hanno seguito in incognito e a distanza la spedizione sospetta nell’ambito di un’indagine finalizzata a contrastare il traffico della droga fino alla consegna al destinatario a Milano.

Il destinatario finale sarebbe stato proprio Di Maio e i finanzieri, con intervento in flagranza, sono riusciti a sequestrare la spedizione che conteneva 3 litri di Gbl.

Le accuse

In occasione del primo arresto Di Maio si era difeso sostenendo che non spacciava droga, ma che era per uso personale, spiegando anche che aveva iniziato un percorso per curarsi dalla dipendenza.

Fatto sta che durante l’operazione i finanzieri, dopo una perquisizione della casa del conduttore tv, hanno trovato altra Gbl, nota anche come “Geena” o “Gisella”.

Secondo l’accusa la sostanza stupefacente, una volta arrivata in Italia, veniva assunta o distribuita usando anche servizi di corrieri a richiesta. Secondo le prime indagini sembra che Di Maio acquistava la droga online tramite moneta virtuale e sul pacco era indicato che il contenuto era silicone.

Di Maio, davanti al gip, si è trincerato dietro il silenzio limitandosi a dire che la droga era per uso personale e che non l’ha mai ceduta a nessuno, seguendo la stessa linea adottata nel primo processo.

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