I Pentastellati voteranno contro l’aumento delle spese militari, che non è una priorità. Lo afferma Giuseppe Conte, leader del Movimento, in un’intervista a La Stampa. Queste le sue parole: “La guerra in corso non deve suggestionarci e farci perdere lucidità: non dobbiamo cedere all’onda emotiva che sembra indurci a difenderci da una imminente aggressione russa. L’urgenza rimane invece proteggere famiglie e imprese dalla crisi. Non potremmo assecondare un voto che individuasse come prioritario l’incremento delle spese militari a carico del nostro bilancio nazionale. In questo caso il Movimento non potrebbe fare altro che votare contro”.
E se cadesse il Governo? “Ognuno farà le sue scelte. Ma confido che anche il progetto di rafforzamento della difesa europea sia portato avanti con ponderazione, al fine di razionalizzare le spese e non moltiplicarle, e comunque attraverso uno sforzo comune europeo”. Alla Camera i M5S hanno votato sì all’aumento delle spese per la Difesa. La strategia è cambiata?’ “La questione è un’altra. In un momento come quello attuale di caro-bollette, dopo due anni di pandemia, e con la recessione che si farà sentire sulla pelle di famiglie e imprese, non si capisce per quale motivo le priorità debbano essere le spese militari”.
E ancora: “È stato giusto offrire aiuti anche militari per esercitare la legittima difesa. Diversamente avremmo abbandonato la popolazione ucraina a se stessa e alla sopraffazione di una aggressione militare del tutto ingiustificata. Sono un pacifista convinto. La decisione di appoggiare l’invio delle armi non è stata presa a cuor leggero e non cambia il fatto che continueremo a lavorare senza sosta per un una soluzione diplomatica del conflitto”.
E’ un errore investire il 2% del Pil in armi? “La soglia del 2% è frutto di un impegno preso nel 2014 che non può essere cancellato e che io stesso non ho rinnegato quando ero presidente del Consiglio. Però mi sono impegnato a rivedere i criteri di calcolo, in modo da tenere conto anche dei costi politici e immateriali che comportano le nostre missioni all’estero”.
“Non ero in Aula perché non sono un parlamentare, ma ho ascoltato tutto con attenzione“: Conte si riferisce all’intervento di Zelensky, presidente ucraino, destinato ancora una volta a far parlare di sé.
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