Coronavirus, Erbetti, Lettera aperta al sindaco Arena e alla dottoressa Donetti: “Ci si infetta in Pronto soccorso”

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Massimo Erbetti, consigliere comunale M5s, indirizza una lettera aperta al sindaco Giovanni Maria Arena e alla dottoressa Daniela Donetti: “Mi faccio portavoce di una cittadina che purtroppo voce non ha, che purtroppo queste istituzioni hanno lasciato sola, nel momento più brutto e doloroso della propria vita: non è possibile che in una società civile avvengano certi fatti. Questa mattina ho ricevuto un messaggio che mi ha arrecato profonda tristezza: ‘Mio padre malato terminale è stato ricoverato nel pomeriggio del 24 dicembre, il Pronto soccorso lo ha trasferito alla clinica nuova Santa Teresa. Dopo una settimana, lo hanno mandato a casa positivo al Covid-19. Ho deciso di tenerlo a casa per fargli vivere il suo ultimo periodo insieme alla famiglia, sicura che mi sarei potuta appoggiare su un’assistenza domiciliare. Invece non è stato così. Ho fatto mille richieste, contattato vari vertici, insistito, persistito ma nulla da fare. Se il paziente è positivo non viene nessuno ad aiutarti. Mi sono trovata in una situazione tragica e drammatica. Ad un certo punto non si riusciva più a curarlo perché non apriva più la bocca, aveva naturalmente bisogno di flebo. Ieri ormai papà era incosciente: decido di portarlo via, con rammarico e un gran dolore, perché lo avrei tenuto vicino a me fino all’ ultimo. Sono indignata, avvelenata, triste e delusa. Non è possibile che un malato di Covid a domicilio non abbia cure e assistenza. Si è completamente abbandonati. Vengono una volta a misurare i parametri e basta. Ho dovuto fare tutto da sola, è stata durissima ma l’ho fatto con il cuore e lo rifarei ancora. Ovviamente ora sono positiva anche io. Ma se mio padre avesse avuto un aiuto in casa ora sarebbe ancora qui con la sua famiglia. Ho chiamato una giornalista Patrizia Senatore, che faceva servizi per il Tg3 ad ogni manifestazione per i diritti dei malati gravi. Ti chiedo cortesemente di portare questo grave problema in consiglio. Credimi, per chi lo vive è drammatico. Soprattutto perché non è accettabile che dopo un anno ancora negli ospedali si lavori così. Non ci si può infettare proprio lì. Dal Pronto soccorso di Belcolle escono al giorno minimo 15 infettati. È possibile una cosa del genere? La maggior diffusione del virus sembrerebbe essere proprio lì e la gente deve stare in lockdown. Assurdo. Ti prego, fai qualcosa per cambiare questo schifo di protocolli che c’è soltanto nel viterbese’. Signor sindaco, dottoressa Donetti, vi prego ascoltate la voce di questa donna. Fate qualcosa: non lasciare sole le persone in momenti come questi è un gesto di umanità e di solidarietà moralmente dovuto. Date la dignità alle persone di morire con gli affetti più cari”. 

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Redazione Viterbo

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