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Corruzione e affari con il clan Moccia? Torna in libertà l’ex assessore Andrea Guido

Pubblicato il 7 Settembre, 2022

Dopo cinque mesi trascorsi ai domiciliari torna in libertà l’ex assessore e consigliere del Comune di Lecce, Andrea Guido che era stato accusato di corruzione e presunti affari con il clan camorristico campano legato alla famiglia Moccia. Era lo scorso aprile quando, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli contro il clan camorristico, era stato condannato Guido e ristretto ai domiciliari. Il provvedimento di libertà, arrivato in giornata, é a firma del gip del Tribunale di Napoli, Maria Luisa Miranda, in accoglimento dell’istanza di revoca della misura cautelare presentata dai legali di Guido. L’ex assessore é accusato di corruzione con l’aggravante di aver agito per agevolare il sodalizio camorristico campano. Quando era assessore all’Ambiente, tra aprile e agosto 2017, infatti, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto 2.500 euro, come anticipo di 5mila euro previsti, per favorire, nell’ambito del servizio di raccolta dell’olio di origine alimentare esausto, le imprese di Francesco Di Sarno, considerato dall’accusa il braccio economico del clan. Al momento dell’arresto Guido ricopriva l’incarico di consigliere comunale di opposizione nelle fila di Fratelli d’Italia, ma poi fu sospeso dal partito.

Corruzione e affari con i Moccia, Guido torna in libertà. Le parole di Salvemini

Nell’ambito di questa vicenda legata alla presunta corruzione del suo nemico in consiglio comunale, ha voluto dire la sua anche il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini che, attraverso un post sul suo profilo Facebook, scrive: “Apprendo che Andrea Guido torna in libertà dopo 139 giorni di arresti domiciliari. Durante i quali ho ritenuto di non esprimere nessun commento pubblico non conoscendo nulla delle indagini che lo riguardano e per rispetto nei confronti degli inquirenti. Oggi prendo parola per ricordare che la custodia cautelare è un provvedimento di restrizione della libertà personale disposta nei confronti di persone presuntamente innocenti e che non hanno ricevuto una condanna definitiva. Che può ricorrere solo in casi eccezionali: possibile reiterazione del reato, pericolo di inquinamento delle prove, ipotesi di fuga. Fattispecie che nel caso di Andrea Guido, indagato per corruzione e per una presunta tangente incassata nel 2017, a mio avviso non ricorrevano: non c’era concreta possibilità di reiterare il reato o inquinare le prove non essendo più assessore in carica; così come remoto il possibile pericolo di fuga all’estero.Ora, come giusto che sia, potrà da uomo libero difendersi dalla accuse che gli vengono mosse. La sua esperienza è una delle tante che ogni giorno si consumano in Italia ed in Europa dove un detenuto su cinque presenti nella carceri non ha subito alcuna condanna. Un tema enorme che impone da tempo una riflessione sulla questione della tutela dei diritti e delle libertà, dell’affollamento delle carceri, dell’innocenza processuale di un detenuto su due sottoposto a misura cautelare. E una conseguente riforma dei termini della custodia cautelare da tempo invocata da più parti per le conseguenze devastanti che tali provvedimenti generano talvolta sulla vita di cittadini. Non so se e quando Andrea Guido potrà tornare a sedersi in consiglio comunale, dove è uno dei miei più accesi avversari politici. Sapere che adesso potrà difendersi da libero cittadino dalle accuse di corruzione è oggi per me una buona notizia”.

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