Covid, Crisanti: “Illusi! voler tornare alla normalità non è l’atteggiamento giusto”

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Vi sentite protetti? Cantate vittoria troppo presto. “Il sistema scientifico istituzionale si ostina a ripetere gli stessi errori. Stare tranquilli in queste vacanze, purtroppo lo devo dire, significa non andare al ristorante, non mischiarsi con familiari distanti dal nostro nucleo“. Si è espresso in questo modo il microbiologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova. Intanto, gli abitanti del Bel Paese si abituano a una nuova normalità: fatta di distanziamenti, mascherine, tamponi, vaccini contro il virus d’oggi. In tutta Italia si sono moltiplicate le code, nella corsa al tampone: al drive in di Tor Di Quinto a Roma, all’hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo, ai punti tampone dell’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, per fare alcuni esempi che hanno riguardato le giornate delle Feste più gettonate.

Secondo Crisanti, “Sembra che tutti quanti si ostinino a ripetere sempre gli stessi errori“. E in particolare? “L’errore è proprio l’ansia di volersi mettere gli episodi pandemici alle spalle per tornare il prima possibile alla situazione pre-Covid. Lo capisco perfettamente, ma non è l’atteggiamento giusto. A giugno dell’anno scorso si sono tutti illusi – io no – che l’emergenza fosse finita e che la pandemia fosse in via di superamento. Ci si è illusi che i vaccini avrebbero risolto il problema e non si è fatto nient’altro. Questo è il vero problema, è stato un alibi per non prendere altre misure. I vaccini sicuramente aiutano, ma pensare che risolvano tutto non va bene”.

E ancora: “Far affidamento sul green pass ha portato un effetto positivo e due negativi. Da una parte è stato un incentivo per le persone a vaccinarsi. Ma dall’altro lato ha portato i vaccinati a farci affidamento come se fosse una misura di sanità pubblica, e a sentirsi sempre protetti, e ha provocato un altro elemento collaterale estremamente negativo, ossia la corsa ai tamponi rapidi, che sono un autentico disastro. I due effetti negativi hanno abbondantemente superato quello positivo. L’impatto del green pass come misura di sanità pubblica è nullo. Il ritardo dell’Italia nei contagi, rispetto al resto d’Europa, è dovuto al fatto che, avendo vaccinato poco e male all’inizio, e con più velocità nella seconda parte dell’anno, è rimasta più a lungo coperta.

Le discussioni dei giorni scorsi fanno capire il cortocircuito logico e la confusione totale in cui si trova il Cts (Comitato tecnico scientifico, ndr). Ragionare in questi termini smentisce la narrazione – peraltro sbagliata – del green pass come garanzia dei luoghi sicuri“. Lockdown di Natale? “Non si può pensare di avere scuole aperte, ristoranti aperti e pensare che il virus non si trasmetta. Da ieri (si fa riferimento al decreto Festività, ndr) si è fatto un enorme passo avanti, allineando la durata del Green pass a quella che è un’ipotetica durata del vaccino, cosa che sei mesi fa non era stata presa in considerazione. Estremamente positivo anche mettere l’obbligo di Ffp2 sui mezzi di trasporto. Rimane il problema grossissimo dei ristoranti aperti“.

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Isabella Lopardi

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