“Come sempre per garantire la massima sicurezza dei nostri clienti e per adeguare il nostro esercizio alle nuove direttive riguardanti il Covid emanate dal governo, si comunica alla gentile clientela che questo esercizio rimarrà chiuso dalla data odierna a data da destinarsi”. E poi aggiunge: “Ci rivedremo presto con tante novità”, quasi per rinfrancare e per rinfrancarsi.
Chiude il Mocambo, quindi, Di nuovo. Era già successo durante la prima, terribile ondata della pandemia, quella che aveva desertificato, costretto al forzato stop per adeguarsi alle novità delle normative anti Covid che hanno introdotto definitivamente, brutalmente nel nostro linguaggio, nelle nostra quotidianità, “distanziamento”, “mascherine”, “dispositivi”, “igienizzanti”… Quella che era stata documenta sui social con immagini di impatto. Così come questa, accompagnata da “…è solo una pausa…torniamo presto…”.
E, soprattutto, da questa, drammaticamente descritta così: “Mocambo, fa male vederlo così…un luogo da sempre pieno di vita, adesso è il regno del silenzio…ma…#celafaremo”.
Il 3 luglio del 2020 è stato vissuto come un evento, quello della rinascita, della riapertura dello storico locale di fama internazionale, benedetto da una location irripetibile, quella della piazza principale della Perla dello Jonio, la piazza Belvedere, che si affaccia su uno dei panorami più suggestivi al mondo, una terrazza sospesa tra il cielo e il mare.
Adesso ritorna quell’angoscia, quel senso di vuoto e allarme che provoca l’abbassarsi di una saracinesca. La variante Omicron ha fatto aumentare vertiginosamente i contagi in tutta Italia e Taormina non ha fatto eccezione, così come ha confermato pure il sindaco Mario Bolognari nell’ultimo messaggio condiviso coi cittadini per informarli della situazione.
Così, il Mocambo, e con esso il turismo che rappresenta, torna in trincea, per resistere, per valutare come reagire e sopravvivere. Numerose le manifestazioni di incoraggiamento, di invito a non demordere e a “Tornare più forti di prima”, un leitmotiv, ormai, che sentiamo e leggiamo da tempo. Che da un po’ si contende il primato con un’altra considerazione suscitata dalla nuova chiusura del Mocambo, rivelatrice dello stato d’animo di un’Italia sempre più provata, disorientata: “Non sappiamo se ridere o piangere”…
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