“Il Covid non è più un’emergenza sanitaria globale”: storico annuncio dell’Oms

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“È… con grande speranza che dichiaro che Covid-19 è finita come un’emergenza sanitaria globale”.

Così il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus durante una conferenza stampa da Ginevra.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità oggi ha posto fine all’emergenza sanitaria globale del Covid, affermando che è giunto il momento per i paesi di passare dal trattare il virus come un’emergenza all’affrontarlo come una malattia destinata a restare.

La decisione è stata presa su consiglio di un comitato di esperti indipendenti, il cosiddetto comitato per l’emergenza Covid, che si è riunito ieri. Sottolineato, tuttavia, che la minaccia causata dal virus rimane.

L’emergenza sanitaria pubblica Covid-19 di rilevanza internazionale è in vigore dal 30 gennaio 2020. Dall’inizio della pandemia, l’OMS stima che almeno 20 milioni di persone nel mondo siano morte a causa della nuova malattia. La dichiarazione dell’OMS arriva pochi giorni prima della scadenza dell’emergenza sanitaria pubblica statunitense, l’11 maggio.

La prima riunione del comitato di emergenza Covid dell’Oms si era svolta nel gennaio 2020 nei giorni in cui il virus sconosciuto inizialmente chiamato simil- Sars stava cominciando a diffondersi anche al di fuori dalla Cina. Il patogeno, poi battezzato dall’Oms Sars-CoV-2, era stato intercettato per la prima volta a Wuhan, città cinese da 11 milioni di abitanti anche se sulla reale origine non è mai stata fatta chiarezza. Proprio a Wuhan erano stati costruiti due ospedali di emergenza per far fronte a un’epidemia ormai fuori controllo.

Mentre le autorità cinesi cominciavano a isolare sempre più drasticamente le città colpite, e nel resto del mondo le autorità sanitarie alzavano il loro livello di allerta e il 22 e 23 gennaio 2020 si svolge il primo vertice del Comitato di emergenza Oms.

Neanche una settimana dopo, il 30 gennaio 2020, a seguito della sua seconda riunione, il direttore generale dell’agenzia Onu per la salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus, dichiara che l’epidemia costituisce un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale (Pheic), accettando il parere emesso in questo senso dal Comitato. 

L’11 marzo 2020 di direttore generale dell’Oms annuncia al mondo che il Covid-19 è una pandemia. Da allora il comitato di emergenza si riunisce in modo regolare ogni tre mesi.

Oggi, a oltre tre anni da quei drammatici giorni la situazione è molto diversa, il virus circola ancora e continua a fare vittime, ma misure di mitigazione, farmaci e, soprattutto, i vaccini hanno cambiato lo scenario.

Nell’ottobre del 2022 all’interno dell’Organizzazione mondiale della Sanità era già ventilata l’ipotesi di dischiarare la fine della pandemia nel corso della riunione successiva, programmata da gennaio. Tuttavia, anche se il virus era già endemico in quasi tutto il mondo, a bloccare la decisione furono i dati allarmanti provenienti dalla Cina che, con le riaperture di massa aveva inaugurato la politica zero Covid che portò a un incremento esponenziale di contagi e decessi. Ciò nonostante il tanto temuto effetto Cina non si è verificato: non sono nati nuovi ceppi diversi da Omicron e non si è visto un aumento dei contagi nel resto del mondo, già peraltro coperto da un’immunità ibrida. L’Oms scelse comunque la linea della prudenza rimandando la decisione alla riunione successiva.

Secondo il Regolamento sanitario internazionale, un’emergenza sanitaria di interesse internazionale può essere dichiarata a fronte di un evento sanitario che soddisfa tre criteri: l’evento è grave, improvviso, inaspettato; ha il potenziale di diffondersi oltre i confini; richiede una risposta internazionale coordinata. Oggi il Covid può provocare ancora una malattia grave, ma non è più qualcosa di improvviso o inaspettato. I confini sono stati ormai superati, la malattia è conosciuta in tutto il mondo e le risposte internazionali coordinate sono di fatto quasi abbandonate.

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Redazione Nazionale

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