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Ddl Zan, Milano: migliaia di persone all’Arco della pace

Ddl Zan, M5S: “Gli emendamenti presentati da Italia Viva suonano come un tentativo di affossare la legge”

Pubblicato il 4 Luglio, 2021

“Gli emendamenti presentati da Italia Viva al ddl Zan suonano come un tentativo di affossare la legge”. Così, in una nota, le parlamentari e i parlamentari del MoVimento 5 Stelle del gruppo Pari Opportunità. ”Pensare infatti di eliminare i termini ‘orientamento sessuale’ e ‘identità di genere’ e tornare alla definizione di omofobia e transfobia rischierebbe di farci compiere un altro passo indietro, come già accaduto in passato. Negli anni scorsi infatti i disegni di legge per il contrasto all’omotransfobia si fermarono proprio perché le espressioni usate per identificare il movente d’odio, quindi omofobia e transfobia, non vennero ritenute abbastanza precise per garantire la determinatezza del precetto penale, come peraltro ha ricordato recentemente anche il professore di Diritto pubblico comparato dell’Università La Sapienza Angelo Schillaci. Alla luce di questa riflessione, quanto sta facendo Italia Viva appare semplicemente come un bieco tentativo di dare una sponda alla destra e fare in modo che questa legge – fondamentale – non veda proprio la luce. Come MoVimento 5 Stelle non lo permetteremo, la legge contro l’omotransfobia non può più aspettare. Italia Viva dica se sta con la comunità Lgbt o se la sta usando per tornaconto politico. Perché tutto indica questa seconda ipotesi”. (fonte: Askanews)

E’ l’identità di genere l’oggetto del contendere

Avvenire, giornale cattolico, ieri pubblicava quanto segue: “È Italia Viva a girare le carte per prima. Il presidente dei senatori renziani, Davide Faraone, ha ieri presentato e resi pubblici i quattro emendamenti al ddl Zan da discutere al tavolo politico di maggioranza previsto martedì, prima che il 6 si vada in aula a votare sulla calendarizzazione. Interventi netti, probabilmente più di quanto si aspettassero Pd, M5s e Leu. In particolare, Iv chiede di stralciare le definizioni contenute nell’articolo 1 e di tornare alla formulazione della proposta Scalfarotto, che non contemplava l’«identità di genere»”

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