DERMOPIGMENTAZIONE: UNO STUDIO CONDOTTO A TREVISO

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Pubblicato sulla rivista Annali dell’Istituto Superiore di Sanità, un articolo scientifico in cui è riportata l’esperienza clinica con la casistica più numerosa di dermopigmentazione del complesso areola capezzolo finora pubblicata.

L’articolo a firma del dr Alessandro Gava direttore dell’unità operativa complessa (uoc) di radioterapia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, del dr Christian Rizzetto, dirigente della Chirurgia Senologica e del dr Giorgio Berna, direttore della Chirurgia Plastica, riporta l’esperienza nata dalla collaborazione tra le tre unità operative che, dopo gli interventi di mastectomia che comportavano anche l’asportazione del capezzolo, selezionavano le pazienti per la procedura di dermopigmentazione in 3D di areola e capezzolo, attuata da un’esperta tatuatrice, Rita Molinaro, nella sede LILT di Treviso.

L’esperienza, che ha coinvolto 169 pazienti dal 2010 al 2016, per un totale di 309 trattamenti, ha visto quindi la collaborazione pluriennale, tuttora in corso, tra le Unità Operative dell’Azienda Sanitaria e la LILT trevigiana (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), con il coinvolgimento e la supervisione costante dal 2013 dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha seguito e monitorato questa esperienza proprio per l’originalità e la numerosità della donne trattate e valutate con questionario di gradimento. Anche questa partnership tra Ente Pubblico e Associazione del terzo settore è stata valutata come elemento significativo dai revisori dell’articolo.

La depigmentazione consente di “ricreare”, con una tecnica sicura e “semplice”, l’area areola e capezzolo. Il trattamento consente, grazie ad una innovativa tecnica di tatuaggio 3D, di ripristinare un effetto estetico armonico con un risultato estremamente naturale e vicino all’aspetto originale. Si tratta di una tecnica molto gradita dalle donne sottoposte a mastectomia che, in questo modo, possono beneficiare della “ricostruzione” dell’area areola-capezzolo senza dover affrontare un ulteriore intervento con innesto di tessuto.

Lo studio pubblicato sulla rivista dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che la dermopigmentazione del complesso areola capezzolo è un approccio sicuro, che fornisce benefici sia ai pazienti sia all’ospedale.

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Redazione Treviso

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