Disabile non può discutere la tesi di dottorato perché Ryanair non imbarca il suo ventilatore polmonare

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Non può volare con il ventilatore polmonare perché Ryanair non ne autorizza il trasporto a bordo, così, Paola Tricomi, giovane disabile catanese non può volare da Catania a Pisa per discutere la sua tesi di dottorato – Paola sta conseguendo un dottorato di ricerca in filologia romanza – alla Scuola Normale Superiore. “Ho subito una gravissima discriminazione di cui vorrei che si parlasse – racconta Paola – ho acquistato dei biglietti Ryanair per andare a Pisa e discutere la mia tesi di dottorato, ma non mi è stato autorizzato il trasporto del ventilatore polmonare attivo a bordo, nonostante io abbia detto che senza non potrei respirare, nonostante io abbia dimostrato di aver volato già nel 2019 con Ryanair per la stessa tratta insieme al mio ventilatore polmonare attivo a bordo senza problemi e di aver già volato con molte compagnie nazionali e internazionali col medesimo ausilio”.

Ma non finisce qui, per la giovane studiosa catanese arriva anche la beffa perché, “Non mi verrà nemmeno rimborsato il biglietto – spiega – dato che sul sito di Ryanair questa regola nuova è scritta e quindi dovrei essere informata”.

Paola Tricomi in un recente scatto con il suo “inseparabile” ventilatore polmonare

Ryanair è, attualmente, l’unica compagnia che copre la tratta aerea Catania-Pisa e dunque per Paola Tricomi non c’è altra soluzione per il volo. “Vorrei che questa notizia di grave discriminazione – conclude Paola – venisse diffusa perché oltre ad essere insensata e totalmente illogica, è profondamente lesiva della dignità umana”. il suo sfogo sui social ha già raccolto decine di commenti tra i quali si legge: “Che Ancora nel 2022 si debba lottare contro queste barriere è davvero vergognoso”. E ancora: “Il gravissimo atto discriminatorio di Ryanair nei confronti di Paola Tricomi non può e non deve lasciarci indifferenti! Paola ha necessità di prendere un aereo e affinché Paola possa respirare deve necessariamente imbarcarsi con il suo ventilatore polmonare e ovviamente usufruirne a bordo, pena la sua vita! Condividiamo in massa”. Un altra disabile scrive: “Noi persone con disabilità abbiamo dovuto assistere per due anni alle lamentele di chi si sentiva privata della libertà di muoversi, ma a pandemia conclusa c’è chi ancora questa libertà non ce l’ha e non l’ha mai avuta. Non a causa della disabilità, sia chiaro, ma delle norme e della scelta deliberata di ridurre i diritti ad una fetta ampia di persone. La mia amica Paola Tricomi deve esercitare il suo diritto alla mobilità, ne ha bisogno per viaggiare, ma la compagnia aerea Ryanair glielo sta impedendo”.

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Redazione Nazionale

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