Elezioni: Leone, ‘Giovani, formazione e futuro di Taranto’

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Quello dei giovani è il nodo di gran lunga principale che l’università del sud Italia deve sciogliere. Secondo i dati dell’Anagrafe nazionale degli studenti universitari, elaborata dal Miur, gli iscritti all’università dal 2010 a oggi sono diminuiti di 163.544 unità. E se la frana al Centro e al Nord si è arrestata, al Sud accelera, con 45.000 iscritti in meno. Inoltre i giovani fanno fatica a entrare come docenti nell’università, mentre chi va in pensione per la gran parte non viene rimpiazzato.

Questo produce una netta riduzione del corpo docente, col rischio per il futuro, per molti versi paradossale, di dover essere costretti a “importarne” dall’estero. Il quadro che si prospetta dunque, è quello di un’università senza giovani. Questa condizione non produce solo un danno culturale (che già sarebbe grave) ma anche economico. Se questa tendenza continuerà, la Puglia (dove il fenomeno è più marcato) si candida a restare fuori dalla società e dall’economia della conoscenza.

Con questo, ritengo sia necessario (e questo sarà il mio impegno) incentivare i giovani a rimanere dove vivono per formarsi e creare idee nuove per il futuro, interessandosi all’economia circolare e/o a realizzare progetti concreti e nuovi che possano permettere di far accrescere sia il Pil del nostro territorio sia  l’occupazione giovanile. Inoltre, le istituzioni locali dovrebbero ampliare il programma di studi che abbia pertinenza sulle potenzialità del territorio, inserendo corsi di laurea attendibili e al passo con i tempi.

Per raggiungere tale obiettivo si dovrebbe creare un “ponte” tra il sistema scolastico e il mondo del lavoro, particolarmente nel Sud-Italia. È importante dunque un’adeguata formazione in vista dell’ingresso nel mondo del lavoro e che le aziende accolgano i giovani attraverso dei percorsi di inserimento reali ed efficaci. Basta, quindi, con stage e sfruttamento legalizzato: servono davvero dei cambiamenti !ritengo che se i giovani si organizzano, formandosi adeguatamente e lottando con i lavoratori e con gli oppressi, non ci sarà più scampo per il vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia.

Per questo sono necessarie norme più severe per i tirocini extracurriculari, quelli che cioè vengono effettuati al di fuori di un corso di studi (di diploma o di laurea), che andrebbero circoscritti ai “soggetti con difficoltà di inclusione sociale”. Il contratto di apprendistato dovrà tornare a essere la principale modalità di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, migliorando non solo la qualità dell’occupazione ma anche la quantità. Inoltre bisognerà prevedere multe salate per l’imprenditore che non eroga il rimborso spese, come accade di frequente.

Ritengo sia arrivato il momento di dire basta a tirocini utilizzati per ottenere lavoratori a prezzi stracciati, senza dover riconoscere loro alcun diritto all’assunzione. Speriamo quindi che le cose possano cambiare, con una concreta applicazione, affidata a governo e Regioni, delle linee guida presentate dal Ministro Orlando. (Giulio Leone, candidato al Consiglio Comunale di Taranto nelle liste PRI- PSI)

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Dante Sebastio

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