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Elvira Vikhareva

Elvira Vikhareva avvelenata da Putin: “Non starò zitta”

Pubblicato il 25 Marzo, 2023

“Non mi nasconderò in un angolo”.

Così Elvira Vikhareva.

Dolori allo stomaco, aumento della frequenza cardiaca, intorpidimento delle estremità, spasmi muscolari, svenimenti e perdita di capelli. Sono questi i sintomi che hanno portato l’esponente dell’opposizione politica a Putin ad andare dal medico lo scorso febbraio, racconta il Corriere.

Il verdetto è stato pesante: avvelenamento con sali di metalli pesanti. 

A denunciare il caso è stata l’agenzia russa Sota, che ha avuto accesso agli esiti di alcune analisi del sangue di Vikhareva in cui sono stati riscontrate tracce di bicromato di potassio, una sostanza cancerogena e altamente tossica.

Non una novità per il Cremlino, abituato a silenziare l’opposizione con metodi simili, come testimoniato dal caso di Alexei Navalny.

Vikhareva ha cominciato a sentirsi male tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, poi una ricaduta a febbraio.

A quel punto la giovane, 32 anni, si è decisa ad andare dal medico e ha scoperto la verità. Evidentemente per il regime era diventata un pericolo e così si è deciso ad eliminarla.

Ma lei non sembra farsi intimorire e, in un lungo post su Telegram reagisce così:

“È ora di rompere il silenzio e raffreddare un po’ l’ardore delle discussioni legate alle notizie sulla mia salute. Primo e, forse, più importante, smettetela di seppellirmi prima del tempo. Morire non è assolutamente nei miei piani”.

E poi chiede ai giornalisti di «trattare con comprensione» la sua situazione. Ma il messaggio più forte è a chi la voleva morta: “Non sperate, non rinuncerò alla mia posizione, non mi nasconderò in un angolo aspettando compassione e non starò zitta”.

E invita i cittadini a ribellarsi al regime: “Se vogliamo respirare dobbiamo continuare a resistere. L’indifferenza è figlia della guerra e del caos, e oggi ne stiamo raccogliendo i frutti”.

La giovane 32enne lancia infine un appello a chi leggerà le sue parole: 

“Il Paese è governato da assassini e codardi – ora lo so meglio di chiunque altro, sulla mia pelle. Il loro potere si basa sul dispotismo e sulla paura. Dobbiamo essere forti di fronte al nemico”.

Originaria di Irkutsk, in Siberia, Vikhareva ha lavorato per un periodo in tv e si è laureata in giornalismo.

Poi è arrivata la lotta politica, alla quale si è avvicinata nemmeno ventenne durante le proteste contro le frodi elettorali del 2011.

Nel 2019 era ancora in piazza contro l’esclusione di decine di candidati dalle elezioni. 

Anche a lei è toccata la stessa sorte nel 2022, come scrive sul suo sito: intendeva candidarsi al consiglio comunale nel suo distretto di Mosca, ma un tribunale glielo ha impedito, adducendo irregolarità nei suoi documenti di registrazione. L’anno prima aveva provato a entrare alla Duma di Stato perdendo, secondo i risultati del voto elettronico, contro il presentatore televisivo e candidato di Russia Unita Timofey Bazhenov.

In un’intervista a Le Monde qualche mese fa diceva di non avere il diritto di giudicare i politici russi che se ne andavano temendo per la propria vita. Per lei, però era diverso. Conosceva i rischi, “dalla prigione al veleno”, ma sentiva di avere la responsabilità morale di restare, soprattutto ora.

Ultimamente la giovane politica era sparita dai collegamenti video con altri oppositori, e questo potrebbe significare che i segni dell’avvelenamento sono visibili anche sul suo volto.

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