L’opinione di Enzo Guarnera
Ieri, 13 ottobre, il Giudice della Udienza Preliminare di Catania ha rinviato a giudizio 45 persone per i concorsi truccati all’Università.
Altri, tra i quali due ex rettori, erano stati rinviati in precedenza.
I nomi e i capi di imputazione si leggeranno sui giornali.
Fermo restando il principio costituzionale della presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva, reputo opportuna una riflessione.
Il sistema dei concorsi e degli incarichi universitari è marcio da tempo, forse da sempre.
Accordi scellerati e favori incrociati consentono che le cattedre siano occupate, con metodi predatori, da parenti, amici e amanti dei c.d. “baroni”.
Il sistema è questo: “Oggi favorisci me, che domani favorirò te”!
È un sistema sostanzialmente mafioso, che alimenta una casta di intoccabili.
Una casta di soggetti che costituiscono un importante segmento del sinergico e trasversale sistema di potere che governa la nostra città, tutte le grandi città, e talora l’intero Paese.
A prescindere dalla eventuale qualificazione giuridica, si tratta di una vera e propria associazione a delinquere, quantomeno sul piano etico: “societas sceleris”!
A fare da collante, quasi come ciliegina sulla torta, troviamo sovente una fratellanza massonica.
Chiudo con un ricordo personale, che risale alla mia infanzia.
Mio padre era un bravo medico, e avrebbe voluto intraprendere la carriera universitaria.
Dopo molti anni di presenza e di impegno all’interno di un Istituto venne illegittimamente superato da un giovane collega, giunto dopo, che ne prese il posto.
Erano altri tempi: mio padre, persona mite e buona, non fece alcunché e andò via.
Io ero ancora minorenne. Fu tale circostanza che salvò gli autori della ingiustizia!
Enzo Guarnera
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