Eutanasia, ricomincia la lotta alla Camera: 200 emendamenti

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Dovrebbe riprendere domani pomeriggio nell’aula di Montecitorio l’esame della legge sul fine vita. Gli emendamenti depositati sono oltre 200 e provengono nella quasi totalità da Fdi, Lega, Forza Italia e centristi tra Coraggio Italia e Noi con l’Italia, oltre ad alcuni presentati da Italia Viva e da Riccardo Magi.

“Io non so come e se questa legge si intreccerà con il referendum sull’eutanasia, so però che si tratta di un testo imperfetto e che presenta diversi nodi irrisolti”, dice Magi, di Più Europa, che ha presentato circa una “ventina di emendamenti”.

“Se non ci fosse stato il referendum -osserva – non avremmo avuto neanche questa legge che pure è imperfetta. Per tre anni, nonostante il richiamo della Corte costituzionale, non si è fatto nulla. Poi sulla spinta del referendum si è approvato anche un po’ frettolosamente un testo senza sciogliere nodi giuridici in commissione che, temo, sarà ancora più difficile sciogliere in aula”.

Diversi i punti controversi, secondo Magi: Tra gli emendamenti che ho presentato c’è quello che fa riferimento all’essere stati coinvolti nelle cure palliative. Che vuol dire? Che è un obbligo farle per accedere al suicidio assistito? E poi si chiede al medico di fare una relazione sulle condizioni cliniche, psicologiche, sociali e familiari del richiedente. Ma il medico non è un’assistente sociale, non è suo compito stabilire le condizioni sociali e familiari e questo potrebbe creare un blocco. “Non c’è certezza sui tempi dei vari step della procedura e questo può creare un imbuto burocratico”. Infine il punto dell’obiezione di coscienza: “Questo rischia di essere un ostacolo decisivo, già vediamo i problemi che ci sono sull’aborto…”.

“Nessuno ostruzionismo, abbiamo presentato una cinquantina di emendamenti. Proveremo a far passare qualche modifica in aula anche se i numeri non ci sono favorevoli”, dice Roberto Turri, capogruppo della Lega in commissione Giustizia alla Camera, confermando la contrarietà del Carroccio sul testo.

“Anche al termine dei lavori in commissione avevamo detto che pur essendo soddisfatti in parte per le modifiche apportate, le ritenevamo comunque insufficienti. Ora in aula ci riproviamo, abbiamo presentato degli emendamenti sui punti che non erano stati condivisi in commissione”, spiega Turri.

Quindi c’è il rischio che la maggioranza si spacchi in aula? “Noi restiamo contrari a questa legge, proveremo a migliorarla con i nostri emendamenti, spiegheremo la nostra posizione e daremo battaglia in aula”.

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Redazione Nazionale

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