San Donato Val di Comino. Erano le “ragazze dell’anagrafe”. Falsificavano i documenti d’identità degli ebrei internati, allo scopo di salvare loro la vita. Siamo negli anni dell’occupazione tedesca, tra il 1943 e il 1944. Per chi era meno fortunato, c’era la deportazione nei campi di concentramento.
Pasqualina Petrella era rimasta l’ultima a ricordare quei fatti, dei quali si era resa protagonista. Tra i dipendenti comunali, il cui responsabile era Donato Coletti, c’erano quattro donne: Maddalena Mazzola, Rosaria De Rubeis, Carmela Cardarelli e naturalmente lei, Pasqualina Perrella.
Il 6 aprile 1944 Pasqualina venne prelevata dai tedeschi e interrogata. Riconosciuta colpevole delle falsificazioni, fu condotta nel camion dove erano stipati gli ebrei arrestati. La fortuna volle che nel camion non ci fosse posto e Pasqualina rimase a terra, scampando così alla deportazione ad Auschwitz. Che coraggio! questa donna non morirà mai.
Il sindaco Enrico Pittiglio si è espresso in questo modo: “La nostra comunità ricorderà l’eroismo di Pasqualina Perrella e degli altri impiegati dell’anagrafe realizzando il ‘Museo del Novecento e della Shoah’. In loro ricordo è stato previsto il ripristino della stanza in cui lavoravano, ricostruendola e arricchendola di documenti e pannelli esplicativi“.
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