Oltre una famiglia su 3 non riesce ad affrontare le spese

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“La percentuale di investitori che riferisce di aver registrato un calo temporaneo o permanente delle proprie entrate si attesta al 23%, in aumento rispetto al 2021 (quando si attestava al 17%). E’ cresciuta anche la percentuale di famiglie fragili, ossia in difficoltà nel far fronte a spese fisse e ricorrenti, portandosi al 37% del campione (33% nel 2021). Rimane stabile invece al 23% la quota di individui che dichiara di non essere in grado di gestire una spesa imprevista di 1.000 euro (famiglie esposte)”.

E’ quanto emerge dal Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane 2022, che si basa su un’indagine svolta su un campione rappresentativo degli investitori italiani.

Dato l’attuale contesto economico, gli italiani privilegiano impiegare il proprio risparmio nell’investimento immobiliare (il 23% dal 26% del 2021), nell’investimento finanziario ( il 20% dal 27%), nelle criptovalute (ben il 6% dal 4%). La preferenza per il controcorrente e’ scesa al 12% (dal 18%).

“Abbiamo un risparmio del 12%, spese oculate, scarsa propensione all’indebitamento e un orientamento a investimenti tradizionali”, osserva Riccardo De Lisa dell’Università degli studi di Cagliari intervenendo alla presentazione del rapporto.

“Il 50% della ricchezza – sottolinea – è investimenti immobiliari, il restante 50% è tripartito in titoli a reddito fisso, quote di fondi comuni di investimento e depositi. composizioni di un portafoglio tradizionale che mischia investimenti immobiliari e mobiliari. Questo investitre che si comporta da buon padre di famiglia nel contesto attuale dovrebbe essere più finanziarizzato”.

Il restante 39% degli italiani “non sa indicare o indicano (sotto il 10%) che preferirebbe tenere i propri risparmi sotto il materasso, c’è anche una quota di investitori che non si rivolgerebbe nemmeno alla banca per tenere il proprio denaro, una quota in lieve calo rispetto all’anno precedente, ma comunque anche questa è una una realtà di cui bisogna tenere conto”.

E’ aumentata la quota di italiani che risparmia per motivi precauzionali dal 40% al 45% e chi risparmia per comprare una casa dall’11% al 15%, ma aggiunge De Lisa, “metà delle famiglie italiane non riescono a risparmiare”.

“L’inflazione ha da sempre legami con la quantità di moneta e questa con il finanziamento della spesa pubblica attraverso l’indebitamento statale: essa opera come una tassa occulta e iniqua violando il fondamento democratico della no taxation withour rapresentation – afferma il presidente della Consob, Paolo Savona – Nonostante la perdita del potere di acquisto subito la consistenza del risparmio e’ rimasta immutata”.

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Redazione Nazionale

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