Anche sua sorella maggiore Valeria è una biatleta. I suoi hobby sono cantare e leggere libri.
Insomma, Khrystyna Dmytrenko è una campionessa che, così come altri sportivi di spicco del Paese aggredito da Putin, improvvisamente ha visto la propria quotidianità stravolta.
Lo scorso febbraio aveva in programma una competizione in Italia, ma i suoi piani sono stati spazzati via dalla guerra.
C’è chi ha preferito trovare una via di fuga, alimentando le infinite colonne di profughi che si sono riversati, soprattutto, in Polonia.
E c’è chi, così come Khrystyna, nata il 31 maggio del 1999 a Kiev, ha deciso di arruolarsi.
Dopo oltre 12 anni, il suo amato fucile da gara è stato sostituito da uno strumento di morte, per difendere, per difendersi.
Dal fucile ad aria compressa al mitra.
“Il 14 febbraio, siamo arrivati per gli allenamenti al campo nei Carpazi, il 27 febbraio, saremmo dovuti andare alle gare di qualificazione in Svizzera, e più tardi in Italia”, racconta.
“Ma il 24 febbraio, mi ha svegliata un messaggio di un mio amico, col quale mi avvertiva dell’inizio della guerra”, continua.
“Amici di Chernihiv e Kiev inviavano le foto dell’orrore stavano subendo. Abbiamo capito tutti che era impossibile tornare a casa, così siamo abbiamo deciso di essere assegnati alla truppe presenti nei nostri luoghi di residenza”, conclude.
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