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Furti nella palazzina di via Castromarino, Pappalardo: “La versione della Cmc non ci convince”

La portavoce degli sfollati di via Plebiscito e via Castromarino, Oriana Pappalardo, svela alcuni retroscena che hanno i contorni del grottesco e del giallo riguardo ai recenti furti.

Pubblicato il 20 Maggio, 2022

Negli ultimi giorni a Catania si è tornato a parlare dell’annosa questione relativa al crollo degli immobili tra via Castromarino e via Plebiscito, avvenuto nella metà del mese di gennaio del 2020. I residenti sfollati della palazzina accanto a quella crollata hanno infatti denunciato dei furti di materiale di prima necessità che era ancora presente all’interno degli appartamenti.

Una cosa che si va ad aggiungere all‘impossibilità di accedere agli appartamenti per i proprietari grazie all’apposizione dei lucchetti per interdire il passaggio. Una situazione che si fa ancora più critica in vista della prossima udienza in Tribunale, fissata per il 14 giugno, dopo quella dello scorso 25 gennaio, nella quale la Cmc, la ditta che sta eseguendo i lavori di scavo della tratta della metropolitana Stesicoro-Palestro, aveva detto che si sarebbe giunti a una soluzione di compromesso per restituire il prima possibile ai residenti le loro case.

Dopo il fatto più recente l’atmosfera tra coloro che abitavano in queste case è sempre più tesa e la conferma arriva dalla portavoce degli sfollati, Oriana Pappalardo, che ha raccontato a noi telefonicamente i fatti degli ultimi giorni sottolineando la poca trasparenza da parte della stessa ditta e del Comune del capoluogo etneo, portando anche a pensare che ci sia qualcosa dietro questi furti.

“A partire dal 10 febbraio – ha detto la Pappalardo – sono stati messi i lucchetti per impedire l’accesso a noi e da lì dentro ho visto uscire soltanto materiale edile. Lo scorso mercoledì ho scoperto prima di tutto che la Cmc aveva detto che si poteva salire, ma un residente del primo piano ha scoperto che gli appartamenti erano inaccessibili. Così dopo una segnalazione riguardo all’assenza degli infissi da una finestra (nella foto in evidenza) la Polizia scopre l’assenza di termosifoni e di altri infissi e che erano stati fatti dei furti grazie a quanto detto da un residente del palazzo di fronte. Alla Polizia gli operai della Cmc hanno detto che i furti erano stati fatti lunedì e che avevano denunciato il tutto ai Carabinieri della Compagnia di Paternò, ma l’assenza di sorveglianza del cantiere e questa risposta che ci hanno dato ci ha portato a pensare che gli stessi operai possano essere stati complici o che siano stati minacciati dai ladri“.

La vicenda assume i contorni del grottesco, ma anche del giallo. Alla fine del mese scorso gli stessi residenti, sempre attraverso la signora Pappalardo, hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica e preparano tutto quello che c’è da mostrare il prossimo 14 giugno in Tribunale. Ma oltre a ciò anche altre cose per evitare altre beffe.

“Quelli della Cmc – ha concluso la Pappalardo – non sono autorizzati a fare nulla e invece dicono che il Comune li ha autorizzati. Non ci hanno mai detto niente su quello che stavano facendo e per questo alla fine dello scorso mese di aprile abbiamo presentato un esposto in Procura. Lo scorso 25 gennaio hanno detto che si sarebbe giunti a un compromesso, ma anche in questo caso non hanno fatto nulla. Il cantiere non è sorvegliato e all’udienza del 14 giugno presenteremo, attraverso il nostro avvocato Giuseppe Lipera, l’esposto e le denunce per mancata sorveglianza e per violenza privata. Al primo piano la Polizia si è accorta che i ladri sono entrati dal balconcino perché la porta era incastrata e in seguito hanno provato gli stessi agenti a prenderla a calci, ma senza riuscire a buttarla giù. Tutto questo fa pensare che ci possano essere dei cedimenti e che quindi non c’è agibilità. Infatti per il secondo e terzo piano si è parlato di furto, mentre per il primo si è parlato di tentato furto. A questo, sempre tramite l’avvocato Lipera, stiamo chiedendo l’intervento della Polizia e dei Vigili del Fuoco per vedere se ci siano altri danni e anche per sigillare gli appartamenti per evitarli. Quello che mi chiedo è: in base a cosa il Comune ci garantisce l’agibilità se poi, quando torneremo a fine lavori, troveremo altre crepe? Ci resterebbe solo da pagare ulteriori tasse a causa del mancato controllo sia da parte del Comune, dal quale cercheremo di avere risposte tramite il consigliere Graziano Bonaccorsi, che da parte della Cmc”.

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