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[GALLERY] Telenovela via Castromarino, Cmc assente all’incontro di ieri. Pappalardo: “Si è sfiorata la tragedia”

La vicenda relativa agli sfollati di via Castromarino ieri pomeriggio si è arricchita di un nuovo triste capitolo.

Pubblicato il 28 Settembre, 2022

La vicenda relativa al crollo della palazzina di via Castromarino, nella confluenza con via Plebiscito, all’inizio del 2020 nell’ambito dello scavo della galleria della metropolitana di Catania si è arricchita ieri di un nuovo capitolo. L’incontro al quale doveva prendere parte la Cmc, la ditta incaricata dei lavori, previsto nel pomeriggio di ieri, si è trasformato in un ulteriore atto del calvario che i residenti negli appartamenti crollati sono costretti a vivere da quasi tre anni. All’incontro infatti erano presenti soltanto i Vigili del Fuoco e un tecnico del Comune di Catania, mentre dei rappresentanti della ditta non c’era nemmeno l’ombra.

Quando i pompieri sono entrati nello spazio in cui ancora sono presenti le macerie hanno dovuto staccare anche un pezzo di cornicione di una certa dimensione con il rischio che potesse cadere giù e finire addosso a qualcuno con conseguenze anche letali. Nella nota arrivata a noi si vede come il tecnico del Comune sconoscesse del tutto la vicenda.

Gli abitanti di via Castromarino e via Plebiscito di Catania – si legge nella nota –, vittime del disastro del 20 gennaio 2020, anche dietro l’autorizzazione del Pubblico Ministero di Catania, Dott. Andrea Norzi, giusto provvedimento del 26/9/2022, sarebbero dovuti entrare ieri alle ore 16 per verificare lo stato dei loro appartamenti con l’ausilio delle forze dell’ordine, dei Vigili Urbani e della Protezione Civile del Comune di Catania, per controllare che gli appartamenti non fossero a rischio per la loro incolumità personale e per accertare che i lavori eseguiti dalla Cmc nella scala condominiale non avessero arrecato danni agli immobili. Alle ore 16 di oggi erano puntualmente presenti sui luoghi diversi uomini dei Vigili del Fuoco, con i loro Capi Squadra, i proprietari degli appartamenti con il loro difensore avv. Giuseppe Lipera, assistito dai collaboratori Avvocati Grazia Coco, Patrizia Mirabella, Giovanni Lombardo e Angela Tizza, i quali hanno atteso invano sino alle 17,20 (un’ora e venti minuti) che intervenisse il tecnico del Comune di Catania. Quest’ultimo quando è arrivato sui luoghi ha riferito, alla presenza dei Vigili del Fuoco, di non conoscere lo stato della vicenda per cui non era in grado di fornire informazioni di alcun tipo. Gli sfollati assai amareggiati della situazione per l’ennesima volta hanno dovuto abbandonare i luoghi senza potere accedere alle proprie abitazioni, stante che i Vigili del Fuoco presenti hanno sconsigliato vivamente di entrare senza la presenza della Protezione Civile che garantisse che gli appartamenti fossero perfettamente agibili. Nessuno per la Cmc è intervenuto. I disastrati e sfollati da due anni e otto mesi, manifestando la loro più totale disperazione davanti ai Vigili del Fuoco, hanno preannunziato per i prossimi giorni l’ennesima denuncia che sono costretti a fare”.

La portavoce degli sfollati Oriana Pappalardo ha riferito a noi telefonicamente come il Comune non avesse affatto inviato alcun documento per accertare l’agibilità degli edifici e come adesso si proceda per vie legali.

Siamo stati per l’ennesima volta presi in giro – ha detto la Pappalardo –. Erano presenti soltanto i Vigili del Fuoco, che ringraziamo per la nostra disponibilità e che ci hanno detto che dobbiamo avere le carte che attestino l’agibilità dei palazzi, e un tecnico del Comune, che ha fatto la parte del capro espiatorio. Il Comune queste carte non ce le ha mai inviate e a essere assente, oltre alla Cmc, era anche Marco Romano della Protezione Civile. Non sappiamo se in tutto questo periodo ci siano stati atti di vandalismo e se entrando rischieremo di farci male. Lì dentro manca tutto, dall’elettricità ad altri servizi essenziali. Al momento dell’arrivo dei Vigili del Fuoco per la verifica dello stato dei cornicioni sporgenti del palazzo demolito ne è stato asportato uno che era lungo quando un braccio e che se cadeva poteva anche ammazzare qualcuno. Adesso sentiremo l’avvocato per fare valere una volta per tutte le nostre ragioni“.

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