Nel 2016 il Comune di Piombino ritenne opportuno accogliere la proposta di donazione della raccolta di n. 83 reperti archeologici del Dott. Salvatore Mascia, prendendosi l’impegno di affidare alla Società Parchi Val di Cornia S.p.A.il bene ricevuto in dono, previa acquisizione del parere favorevole della competente Soprintendenza, al fine della sua conservazione e valorizzazione mediante l’esposizione nel Museo Archeologico di Piombino. L’obiettivo deldonatore di trasferire la proprietà della collezione, era e riteniamo sia ancora, che i reperti trovino opportuna collocazione nel contesto delle raccolte del Museo Archeologico del Territorio di Populonia e sia resa in tal modo, la possibilità di una sua fruizione pubblica.
Fu stipulata apposita convenzione, dove il Comunes’impegnava a trasferire alla Società Parchi, la donazione affinché fosse esposta nel Museo Archeologico del Territorio di Populonia, insieme alle risorse necessarie perché fossemusealizzata secondo i criteri e le modalità concordate tra le parti.
Esisterebbe anche una proposta di allestimento della collezione archeologica Mascìa in una fase di Workshop residenziale di allestimento museale coordinata dall’Associazione BACo insieme al Museo Archeologico del Territorio di Populonia e Parchi Val di Cornia S.p.A.
L’ idea progettuale vorrebbe la collocazione all’esterno del percorso museale, essendo reperti “esterni” al territorio, comunque di comprovato valore storico. Non sono mancate in questi annile sollecitazioni, alla precedente amministrazione cheevidentemente, non ha concluso l’impegno, come all’attuale amministrazione, che è stata recentemente interrogata in consiglio comunale, in merito alle sue intenzioni sull’utilizzo dei reperti.
La risposta di Parodi, dopo aver rilevato che la precedente amministrazione non aveva ottemperato all’impegno, si limita causticamente a citare un passo della convenzione: “…in virtù di quanto contenuto nella convenzione che il comune di Piombino ha sottoscritto il 18 febbraio 2016 quest’amministrazione comunale s’impegnerà a reperire le risorse necessarie alla musealizzazione di detta raccolta mediante la partecipazione a bandi di finanziamento, a sponsor e alle risorse presenti nel bilancio dell’ente”.
La sensazione è di quando fai un appunto e invece di stare sul tema ti dicono: “sì, ma l’ha fatto anche quello prima”.Una delusione, stiamo parlando di supporti e tendaggi per un’esposizione, certo non di migliaia di euro, all’interno di un museo che andrebbe arricchito di reperti; insomma un’opportunità rimandata, scelta poco comprensibile dopo aver speso oltre 400 mila euro di eventiin un anno.
Gelichi Riccardo portavoce Ascolta Piombino
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