ll 20 giugno si celebra la giornata mondiale del rifugiato; anche in questi mesi caratterizzati dall’emergenza sanitaria le migrazioni non si sono fermate, anche con esiti drammatici come nelle ultime tragedie nel Mediterraneo o lunga la Rotta Balcanica.
“San Donà ha scelto un modello di accoglienza diffusa, che permette l’integrazione, garantisce a tutti il rispetto dei diritti di base e previene situazioni emergenziali. Così è stato nel corso di questi ultimi 4 anni grazie al progetto SPRAR, che ha portato a San Donà tra i 30 e i 40 richiedenti asilo e rifugiati all’anno nel loro percorso di riconquista dell’autonomia e di integrazione; così è oggi con il progetto SIPROIMI a cui abbiamo aderito anche per il triennio 2021-23, consapevoli che i fenomeni legati alle migrazioni non vanno ignorati ma gestiti con responsabilità e garantendo la massima legalità” così il Sindaco Andrea Cereser.
Sarà una Giornata un po’ diversa, come ci racconta Serena Boldrin, coordinatrice del progetto per conto di Villaggio Globale, che insieme a COGES gestisce il progetto di accoglienza diffusa: “Ovviamente quest’anno non sarà possibile realizzare eventi pubblici, quindi abbiamo pensato di utilizzare i canali social per condividere l’esperienza dell’accoglienza ai tempi del Coronavirus. Abbiamo chiesto ai nostri beneficiari un contributo (un pensiero scritto, la condivisione di video/foto/canzoni, eccetera) che rappresenti il periodo del lockdown o comunque qualcosa di significativo per loro relativamente a questi strani mesi trascorsi in un luogo che non hanno scelto e con persone che non hanno scelto. Parallelamente anche noi operatori e operatrici cercheremo di raccontare un po’ quello che è successo, dal nostro punto di vista”.
L’impatto del COVID si è fatto sentire anche sulle pratiche di accoglienza, dove una serie di attività si sono dovute necessariamente interrompere, mentre per altre (come i corsi di lingua italiana) si è cercato di adottare soluzioni alternative come la formazione a distanza, non senza difficoltà di vario genere.
“Crediamo fermamente che il processo di accoglienza e di integrazione di quanti lasciano le loro terre per cercare un futuro migliore sia necessario, non solo per prevenire conflitti e disordini, ma per arricchire la società di contributi ed energie nuove, promuovendo l’incontro e lo scambio oltre le barriere linguistiche e culturali, ma soprattutto oltre i pregiudizi. Per i prossimi mesi, i nostri progetti coinvolgeranno una ventina di giovani stranieri. Per loro, come sempre, predisporremo attività volte all’orientamento ai servizi del territorio, l’apprendimento della lingua italiana e l’inserimento socio-economico.
Invitiamo i cittadini a conoscere la nostra realtà e il nostro racconto dell’accoglienza ai tempi del Coronavirus, curiosando tra i contenuti che verranno pubblicati a partire dal 20 giugno sulla pagina Facebook del progetto SPRAR e CAS San Donà di Piave https://www.facebook.com/VILLAGGIOGLOBALESANDONA/”.
Si contano ogni giorno e con una periodicità preoccupante le aggressioni a danno di donne…
Dopo la tragedia di Casteldaccia, causata con ogni probabilità dalle esalazioni tossiche dalle acque nere,…
La ventenne, di etnia Rom, è stata sorpresa all'interno del supermercato di un centro commerciale…
In queste ultime settimane i pappagalli hanno conquistato il web, per motivi diversi, diventando vere…
Una segnalazione giunta da un ragazzo inglese, tramite il ministero degli esteri, ha permesso ai…
Voltare pagina urlando. Urlando dal dolore, quello provato per l'ennesimo tatuaggio. Fedez si fa imprimere…