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Luciano de Crescenzo

Giù le mani da Luciano De Crescenzo, bufera per un post leghista. La famiglia: «Tuteleremo la sua immagine»

Pubblicato il 19 Luglio, 2020

Bufera sui social per un manifesto pubblicato sulla pagina Facebook di Severino Nappi, l’ex assessore al Lavoro della giunta di centrodestra guidata da Stefano Caldoro tra il 2010 e il 2015, ora candidato con la Lega alle Regionali in Campania. Che cosa è successo? Nappi pubblica la foto dello scrittore con una citazione del filosofo « Napoli, l’ultima speranza dell’umanità» con una firma poco gradita:  Lega-Salvini Premier, oltre che i loghi «Prima gli italiani» e «Campania il nostro posto», quest’ultimo dal nome del movimento civico fondato dallo stesso Nappi. 

Il collegamento tra un simbolo della napoletanità, della stessa filosofia e anima partenopea e la Lega appare come una vera stortura, per altri «un orrore, una blasfemia» e il post in breve è stato letteralmente sommerso da insulti per la grave offesa al «maestro o professore» come hanno sempre amato definirlo i napoletani. 

Bufera social, ecco il post pubblicato sul profilo del candidato leghista

Ma non solo. Il post non passa sotto silenzio neanche per la famiglia che, proprio ieri, ai Quartieri spagnoli, ha partecipato alla cerimonia per l’inaugurazione di un bel murales dedicato proprio a Luciano De Crescenzo, e ne chiede l’immediata rimozione. Dalla famiglia De Crescenzo, proprio in merito alla comparsa di un manifesto/post firmato Lega col volto di Luciano si sottolinea: «Non autorizziamo e ci dissociamo da qualsiasi utilizzo a fini politico-elettorali dell’immagine di Luciano De Crescenzo che tuteleremo in tutte le sedi opportune. (chiediamo a tutti gli amici di diffondere questo messaggio)» si legge proprio sulla pagina facebook dedicata alla memoria dello scrittore. 

E la polemica politica si alimenta con altre durissime dichiarazioni, come quella del deputato grillino Alessandro Amitrano, «la Lega per anni ha insultato i napoletani e ora ricorre ad una becera strumentalizzazione politica del Professore. La propaganda e il populismo non dovrebbero mai precipitare a livelli così bassi».

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