Guardia di Finanza: vecchi bonus spesa covid, irregolari 20 percettori in Val di Cornia

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Le Fiamme Gialle della Compagnia di Piombino (LI), nell’ambito di mirate attività di controllo e in collaborazione con i Comuni di Campiglia Marittima, San Vincenzo e Suvereto oltre che di Piombino, hanno avviato una serie di riscontri selettivi sui percettori dei vecchi “buoni spesa” che gli Enti locali, nel caso di specie quelli della Val di Cornia sulla costa etrusca in Toscana, destinarono – in base all’Ordinanza del Dipartimento della
Protezione Civile del 29 marzo scorso – alle famiglie in difficoltà finanziaria, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità (come carburanti e combustibili, materiale elettrico, ricariche e schede telefoniche, articoli medicali e ortopedici, prodotti per la cura della casa e della persona, giornali, valori bollati e tabacchi, materiali per la cura degli
animali).


Si fa riferimento alla prima edizione della misura di solidarietà alimentare che ad aprile di quest’anno consentì ai Sindaci di erogare risorse ai cittadini più bisognosi, cui ha fatto seguito la seconda edizione con i fondi stanziati dal “DL Ristori Ter”, sempre con l’obiettivo di soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, attribuendo la precedenza a chi non
risulta già assegnatario di sostegno pubblico.

“A monte” della procedura gli uffici dei servizi sociali comunali autonomamente individuano la platea dei beneficiari e il contributo da assegnare ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’“emergenza pandemia”. “A valle” della medesima procedura e
solo ad erogazione effettuata, i finanzieri implementano successivi mirati controlli, partendo però da concreti elementi di anomalia rilevati dal controllo economico del territorio e dalla consultazione delle banche dati, incrociandoli con altre risultanze informative o con quelle derivanti dalle analisi di rischio elaborate dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie (sempre GdF) di Roma.

Le attività descritte hanno così portato all’emersione di 20 percettori irregolari – di cui 18 residenti nel Comune di Piombino e 2 a San Vincenzo – che hanno attestato stati di bisogno non corrispondenti alla realtà, traendo in errore gli Enti locali i quali, per motivi di emergenza e per non rallentare o creare ostacolo al funzionamento del sistema, non potevano riuscire a disvelare subito gli eventuali elementi non corretti omessi o dichiarati dagli 895 richiedenti, tra i quali i 20 responsabili poi individuati dalle Fiamme Gialle di Piombino (2,2 la % di irregolarità). Degli 895 “buoni” di cui ai bandi di assegnazione esaminati, 465 sono stati erogati dal Comune di Piombino, 210 da quello di Campiglia, 150 da San Vincenzo e 70 da Suvereto.

Gli elementi non veritieri per lo più sono derivati da omesse dichiarazioni di percezione di prestazioni sociali agevolate tali da escludere l’effettiva sussistenza di uno stato di bisogno.

Altre richieste hanno visto la presentazione distinta di richieste da parte di due componenti appartenenti allo stesso nucleo familiare, come marito e moglie, i quali hanno ricevuto il contributo per un importo doppio rispetto a quello spettante.

Le persone coinvolte sono state sanzionate in via amministrativa per “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” – illecito che prevede il pagamento di una sanzione pari (al massimo) al triplo del beneficio conseguito – e sono state segnalate ai competenti Comuni per il recupero delle somme.

Le attività di polizia economica e finanziaria proseguono in modo mirato anche nelle prossime settimane in tutta la provincia di Livorno, con la collaborazione degli stessi Enti locali interessati, con funzione marcatamente deterrente, al fine di prevenire e se del caso reprimere le fattispecie di irregolare percezione di risorse in aiuto di famiglie e imprese in questa “emergenza pandemia”.

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Barbara Noferi

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