“Riportateci a casa”, Hamas mostra il video scioccante di un ostaggio ebreo

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Dopo aver diffuso il video di tre donne israeliane rapite durante l’attacco del 7 ottobre 2023 al Supernova festival, Hamas lancia un nuovo video che ritrae un ostaggio israeliano di origini americane, cioè Hersh Goldberg-Polin, che chiede a Israele di intervenire per liberarli.

Le accuse a Netanyahu: “Dovresti vergognarvi”

Il ragazzo ha la mano sinistra amputata, a causa delle granate lanciate da Hamas nel rifugio dove si era nascosto con altri giovani. In un altro video Hersh era comparso portato via dai terroristi mentre stringeva il moncherino.

L’ostaggio attacca frontalmente Netanyah: “Non c’era nessuno a proteggerci durante l’attacco” – ha detto, per poi dire al leader israeliano e al suo governo di vergognarsi perché hanno ignorato gli ostaggi da quasi 200 giorni e tutto il popolo israeliano. Benché non ci sia una data, considerando i dati rilasciati dal giovane è presumibile che il video sia stato girato da poco tempo.

Hersh Goldberg-Polin ha poi aggiunto che i bombardamenti israeliani hanno causato 70 vittime tra gli ostaggi, la stessa cifra fornita da Hamas, e ha accusato Tel Aviv di ignorarli poiché hanno rifiutato tutte le proposte avanzate dai terroristi per una tregua e uno scambio di prigionieri. Infine il giovane ha concluso con un appello: “Fate ciò che ci si aspetta da voi e portateci a casa”, invitando Netanyahu e i suoi membri a farsi da parte se non riescono a gestire questa situazione.

La mossa di Hamas

Non è chiaro se il giovane abbia detto queste parole di sua spontanea volontà, o se sia stato imbeccato dai terroristi di Hamas, ma in entrambi i casi è opportuno fare due osservazioni. Le parole di Hersh Goldberg-Polin incarnano comunque il pensiero dei parenti degli ostaggi, che da tempo chiedono al loro governo di trovare un accordo per il loro rilascio.

D’altra parte sembra evidente che Hamas stia marciando sulla pelle degli ostaggi per mettere Israele spalle al muro e costringerla a trattare una tregua per interrompere gli attacchi nella Striscia di Gaza. Si tratta di una guerra psicologica tra Hamas ed Israele, ma fatta sulla pelle degli ostaggi israeliani e anche della popolazione di Gaza intrappolata nella città senza cibo, acqua e medicinali.

Le trattative mediate da Egitto, USA e Qatar al momento non hanno portato a nessun risultato e le Idf sono pronte a sferrare l’attacco decisivo contro Rafah, ultima sacca di resistenza di Hamas nella Striscia. I terroristi stanno quindi facendo leva sulla popolazione ebraica, in particolare sui familiari degli ostaggi, per costringere Israele ad ammorbidire le sue posizioni e rallentare gli attacchi per potersi riorganizzare in vista della nuova offensiva delle forze di Tel Aviv.

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Redazione Nazionale

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