Il giudice restituisce “Casa Impastato” al figlio di Badalamenti

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Secondo gli avvocati del Comune di Cinisi c’è stato un refuso nella trascrizione delle particelle catastali: per questo, un bene confiscato dall’Antimafia ritorna di proprietà della famiglia di Gaetano Badalamenti, condannato a suo tempo (2002) all’ergastolo come mandante dell’omicidio di Giuseppe Impastato e deceduto nel 2004.

Così, per un errore di trascrizione: quel bene non poteva essere confiscato e Leonardo Badalamenti, figlio secondogenito ed incensurato di “Tano seduto”, torna in possesso di un casolare di contrada Uliveto, che gli era stato confiscato nel 2010 ed era diventato un simbolo dell’antimafia.

Non era bastata la sentenza della Corte d’Assise dell’estate del 2020 per consentire a Leonardo Badalamenti di tornare in possesso del casolare di contrada Uliveto, ma adesso, anche il tribunale civile ha scritto che quell’immobile non avrebbe mai dovuto essere sequestrato e che, dunque, deve essere restituito a Badalamenti. E, proprio, venerdì scorso, si è presentato l’ufficiale giudiziario per la restituzione dell’immobile ma, il tentativo è andato a vuoto e la consegna a Badalamenti è stata rinviata alle prossime settimane. 

Il sindaco Gianni Palazzolo parla del casolare: “quando l’Agenzia lo assegnò a noi non valeva niente”

“Nonostante la sentenza, Badalamenti non può tornare in possesso del bene perché quando l’Agenzia lo assegnò a noi non valeva niente e solo dopo la ristrutturazione ha acquisito un vero valore“, queste le affermazioni del sindaco di Cinisi, Gianni Palazzolo che poi, precisa: “Il codice antimafia prevede che riavranno il casolare solo pagando un congruo indennizzo“. Ma, il figlio di Badalamenti ha denunciato il sindaco per appropriazione indebita e, a sua volta, il primo cittadino lo ha denunciato per calunnia.

Badalamenti figlio era rientrato quattro anni fa dal Brasile, dove era ricercato per traffico internazionale di droga. Arrestato dalla Dia nell’agosto 2020, era stato scarcerato. Secondo la Corte di appello, la richiesta di estradizione non poteva essere accolta per la violazione di “alcuni punti del trattato bilaterale con il Brasile”. Il figlio di Gaetano aveva anche minacciato il sindaco Gianni Palazzolo, che in precedenza aveva assegnato l’immobile all’associazione costituita da Giovanni, fratello di Peppino Impastato, e da sua figlia Lucia

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Isabella Lopardi

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