Carissimi,
vivremo anche questo Natale in un contesto ancora segnato dalla pandemia e carico di domande e preoccupazioni, “sospeso” tra segni di ripresa e di ritorno al passato che dicono difficoltà, sofferenza, ansie.
Ma è proprio nella concretezza e nella debolezza dell’odierna situazione dell’uomo che nasce il Bambino di Betlemme, venuto a noi – per usare il linguaggio di san Paolo – “secondo la carne” e rinnovando, oggi, per noi, il Natale del Signore.
Il primo augurio è di mettersi in ascolto della buona notizia del Natale facendovi spazio in noi. Il Signore viene incontro alla nostra umanità per salvare lo spirito, l’anima e il corpo, ossia l’interezza dell’uomo.
Non dobbiamo aver paura di nominare né l’evento del Santo Natale né la persona di Gesù, anche se qualcuno vorrebbe cancellarli dalla mente e dal cuore della gente come se non fossero mai esistiti; cancellarli con un colpo di spugna, dimenticando che hanno cambiato, per sempre, il corso della storia e dell’umanità “di generazione in generazione”. Abbiamo qui la speranza che non delude, né i discepoli, né la Chiesa, né il mondo!
Se si perde il Natale, e con esso Gesù, si è più poveri, privi d’identità e di una speranza affidabile. Se si cancella Dio e lo si esclude dal contesto pubblico, allora si cancella l’uomo ed ogni conseguenza – anche la più tragica – diventa possibile, come rileva lo scrittore e pensatore russo Fëdor M. Dostoevskij con la frase emblematica che leggiamo nel romanzo “I fratelli Karamazov”: “Se Dio non esiste, tutto è permesso, tutto è lecito”. Senza il Dio “venuto nella carne” perdiamo la nostra stessa umanità.
Lasciamo, quindi, che la “grande luce” del Natale – attraverso il segno umile e realissimo del presepe – illumini la nostra vita, sostenga i più deboli, i malati e gli afflitti della vita, i lontani e anche quelli che credono di essere lontani; nessuno, infatti, è veramente lontano dal Figlio di Dio e di Maria!
Riecheggi, nel nostro cuore, l’annuncio di questo giorno: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,10-12).
La speranza riparte da Maria, “avvento vivente”; è Lei che col suo sì ha reso possibile il nostro Natale.
L’augurio per tutti è d’incontrare il piccolo Bambino di Betlemme!
Francesco Moraglia, patriarca
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