Il secondo live “Outside the Wall” della band dell’Unigez infuoca la piazza delle Feste: “sold out”

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Outside the Wall è una canzone dei Pink Floyd pubblicata nel 1979, all’interno dell’album The Wall, scritta da Roger Water.

Outside the Wall è il nome del secondo live della band dell’UniGez che, ieri sera, ha infuocato la suggestiva piazza delle Feste, una tensostruttura ideata da Renzo Piano, sul molo, di 2.000 metri, affacciata sul mare, a pochi passi dal centro storico di Genova.

Ad incendiare la piazza, protagonista della prima serata della rassegna Genova Porto Antico EstateSpettacolo, la voce strepitosa di Roberto Tiranti, il carisma e l’energia vulcanica della band: Rodolfo Cervetto alla batteria; Francesco Martini alla chitarra ritmica; Francesco Negri alle tastiere; Luca Sabatini al basso; Gianluca Vaccarino alla chitarra solist.

Nonostante i posti vuoti, nel rispetto delle norme di distanziamento anti-contagio, una piazza “in festa” e da “sold out”: un pubblico frizzante, 266 persone, tra giovani, studenti e adulti, tale è la capienza massima, che hanno intonato le canzoni più famose del gruppo rock leggendario, hanno ascoltato a ritmo di musica, si sono ritrovate “insieme”, nella musica, in questa Fase 3, che ha sete di ripartenza, essendo stata la prima a fermarsi, a seguito dell’emergenza da Coronavirus, e che scalpita per un ritorno di una normalità.

Emozioni tangibili e sensazioni forti quelle trasmesse, ieri, dai musicisti genovesi della band dell’UniGez, con il concerto “Outside The Wall”, un omaggio ai 50 anni di carriera della band londinese, capaci di interpretare la poetica espressa, in questo album, dallo storico quartetto.

UniGez: la scaletta del concerto “Outside the Wall”

Another brick in the wall part I” ha aperto la serata poi, in un crescendo di emozioni e adrenalina si sono susseguite, in ordine: “the happiest days of our lives”; “another brick in the wall part II; “what do you want from me”; “hey you”; “shine on you crazy diamond”; breathe”; “time”; “learning to fly”; “sorrow”; “wish you were you” e, gran finale, con “confortably numb“.

Suonare significa ascoltare l’altro, i suoi respiri, il ritmo, dialogare con lui.  La musica ci riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.

Un melting post di sentimenti, a ritmo di musica, decisamente riuscito e vissuto “sulla pelle” – quello di ieri.

(Foto ©Vittorio Santi)

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Milena Sala

Giornalista Day Genova Day La Spezia

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