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Impagnatiello scaricato anche dai suoi legali: nessuno vuole difenderlo, nemmeno gli avvocati d’ufficio

Pubblicato il 6 Giugno, 2023

Alessandro Impagnatiello è stato scaricato da tutti, dalla madre che l’ha definito un mostro ai suoi legali, che hanno rinunciato alla sua difesa. Si fa fatica a trovare un avvocato d’ufficio disposto a difendere il barman dopo il terrificante delitto.

Il primo avvocato d’ufficio dice no alla difesa di Impagnatiello: “Agitato e angosciato”

Inizialmente Sebastiano Sartori era stato designato come avvocato d’ufficio di Impagnatiello ma, dopo l’incontro con lui, ha deciso di rinunciare all’incarico poiché lo ha descritto “agitato e angosciato”, dichiarando che è venuto meno il rapporto di fiducia necessario tra avvocato e cliente.

Un ennesimo colpo di scena in una vicenda atroce e torbida, che rischia però di rallentare ulteriormente il processo allungando i tempi per la nomina dei periti. Intanto è stato effettuato un sopralluogo nella casa dell’orrore, dove sono stati effettuati tutti i rilievi del caso per ricostruire le sequenza del terribile assassinio di Giulia Tramontano.

I rilievi tecnici nella casa dell’orrore: ritrovato il coltello

Gli uomini della Sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri in mattinata sono entrati nella casa dove si è verificato l’efferato omicidio. Intanto è già stato ritrovato il coltello che, per stessa ammissione di Impagnatiello, è stato usato per uccidere Giulia mentre stava tagliando i pomodori con una coltellata alla gola e una al torace.

In base a quanto dichiarato dal gip Angela Minerva, come riporta Il Giorno, Impagnatiello non si sarebbe disfatto del coltello, ma l’avrebbe lavato con acqua e sapone per poi rimetterlo a posto.

Si presume che gli specialisti sequestreranno tutti i coltelli presenti nella casa per poi effettuare i rilievi tecnici per trovare quello compatibile con le ferite sul corpo della donna.

Il ritrovamento dell’arma del delitto è stato possibile proprio grazie a Impagnatiello, che ha rivelato al suo ex legale dove avrebbe potuto trovarla.

Gli ulteriori accertamenti per individuare eventuali complici

Nei primi due interrogatori il barman ha confessato di aver ucciso Giulia, di aver tentato due volte di bruciare il corpo e di averlo nascosto prima in garage e poi in auto, per poi disfarsene nella notte tra martedì e mercoledì in un lotto di terra a circa 700 metri dalla sua abitazione.

Proprio mercoledì mattina i militari hanno eseguito un sopralluogo nel T-Roc sequestrato, appartenente a Impagnatiello, dopo che sul pianale sopra la ruota di scorta era stata trovata una traccia di sangue.

Ebbene i carabinieri hanno notato che l’auto era perfettamente pulita e profumata, quindi l’abbandono del cadavere risalirebbe a qualche giorno prima, forse alla notte tra lunedì e martedì.

Non si tratta di dettagli poiché gli inquirenti stanno cercando di capire se Impagnatiello abbia agito da solo, come lui sostiene, o se qualcuno possa averlo aiutato in qualche modo durante l’occultamento del cadavere.

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