IUSVE (Istituto universitario salesiano) di Venezia: nuove telecamere per le lezioni a distanza e sempre più sostenibilità ambientale

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Sostenibilità ambientale e nuovi stili di vita ma anche 29 aule per la didattica on line con nuove tecnologie come l’installazione di telecamere professionali per coinvolgere a lezione anche gli studenti che non possono essere presenti. Lo Iusve, Istituto universitario salesiano di Venezia, ha inaugurato il nuovo anno accademico.

Oltre a convegni e iniziative ci sarà anche un nuovo corso dedicato all’ecologia, mentre l’“armadio etico” entrerà nelle scuole della provincia. Il progetto dell’armadio etico, stiamo parlando del settore moda, prevede uno spazio dedicato con un percorso formato da pannelli espositivi nei quali viene raccontata la storia del capo presentato, la provenienza della stoffa, gli approcci sostenibili il tutto affiancato alla presenza di un armadio vero e proprio, nel quale verranno esposti abiti e stoffe provenienti da alcuni brand del territorio impegnati in questa direzione per far conoscere e toccare con mano agli studenti e al personale, la qualità dei materiali.

E ancora: gli studenti si muoveranno in bicicletta tra la stazione e il Campus usando le bici del bike-sharing del Comune di Venezia (gli studenti dello Iusve avranno un posto riservato per parcheggiarle in stazione) ma la rivoluzione partirà anche nella sede centrale di Venezia e in quella di Verona: potenziamento della raccolta differenziata, lotta allo spreco di acqua e plastica e l’obiettivo di portare la copertura energetica dal 10% al 30% grazie ai pannelli solari (lo Iusve cube, di recente costruzione è già quasi autosufficiente raggiungendo l’80% della copertura).

L’anno Accademico 2020/2021 è segnato quindi dalla svolta di sostenibilità ambientale e sociale dell’Università salesiana in risposta alle indicazioni di Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’.

«Cambiare la mentalità: è questa la posta in gioco – spiega Nicola Giacopini, direttore di Iusve – si tratta di lunghi processi di rigenerazione che si articolano in una educazione che deve operare da una parte nel promuovere la presa di coscienza del livello di degrado ecologico e sociale che abbiamo raggiunto e dall’altra creare nuove abitudini, nuove pratiche personali e comunitarie».

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Paolo Favaretto

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