di preservare la sua bellezza, quella che adesso “brilla in cielo”, così come campeggia in uno striscione esposto di fronte alla Sacra Famiglia, la chiesa sul viale Mario Rapisardi di Catania dove sono stati celebrati i funerali dell’ennesima vittima di un barbaro femminicidio.
E’ il giorno del dolore condiviso, tangibile. Una folla attende l’arrivo del feretro, quello che viene poi accolto dagli applausi, dalle lacrime, dai “E’ assurdo, non doveva finire così”, che vengono mormorati come un mantra angosciante.
All’interno della chiesa entrano quelli che possono per via delle normative anti covid, fra di loro c’è il sindaco di Catania Salvo Pogliese, in prima fila, accanto alla bara posta davanti all’altare e celata da un cordone di parenti e amici di Jenny, quasi a volerla stretta tutta per sé negli ultimissimi istanti.
Al termine della celebrazione, i fuochi d’artificio, dal ritmo insolitamente mesto, e il lancio di palloncini bianchi a forma di cuore. Poi, silenzio.
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