Sestito, ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta, già condannato a 30 anni per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio, ucciso il 20 agosto 1991 durante un posto di blocco a Soverato, in provincia di Catanzaro, era in attesa di una sentenza della Cassazione per un altro omicidio.
Quello del boss Vincenzo Femia, esponente di spicco della criminalità attiva nel territorio della Capitale, ucciso da un commando il 24 gennaio in località Castel di Leva, all’estrema periferia di Roma.
Per questo fatto Sestito era finito a processo.
Condannato in primo grado all’ergastolo, era stato assolto nel 2019 dalla Corte d’appello di Roma.
Era stato scarcerato dal penitenziario di Terni e sottoposto, dal 12 gennaio, ai domiciliari in attesa del verdetto definitivo previsto per il 3 febbraio.
La Squadra Mobile di Roma lo aveva catturato un mese dopo mentre si trovava in spiaggia a Palinuro, in provincia di Salerno.
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