Ricordiamo che la Convenzione di Istanbul, – dice la presidente Lisa Iudice – in vigore dal 2014 e firmata proprio a Istanbul nel 2011, da 45 Paesi di tutto il mondo più l’Unione Europea rappresenta una pietra miliare importantissima contro la violenza sulle donne, rappresenta il riconoscimento del diritto delle donne a essere protette contro la violenza fisica, psicologica, sessuale, contro lo stalking, contro il matrimonio forzato, per il risarcimento danni in sede civile,contro le mutilazioni genitali femminili… Ed ancora l’impegno ad agire sull’educazione, la prevenzione e sensibilizzazione per una cultura di parità e rispetto di genere. Dopo 10 anni dalla ratifica proprio la Turchia, prima firmataria, dichiara di ritirare l’adesione, rischiando di tirare sulla stessa ondata di oscurantismo la Polonia e l’Ungheria. Eppure dalla Piattaforma creata dalle organizzazioni femminili turche “Noi fermiamo il femminicidio” risulta che nel 2019 sono state uccise 474 donne e nel 2020 ne sono state uccise 300 mentre 171 dichiarate uccise in circostanze sospette. Noi – continua l’associazione nella sua nota – che da anni siamo impegnate a sostenere le donne e a lottare con convinzione con azioni di prevenzione sociale e culturale per i diritti di tutti, esprimiamo indignazione per questa decisione e contrastiamo in rete con tutte le organizzazioni femminili schierandoci a fianco delle donne turche. Auspichiamo pertanto che l’Unione Europea agisca con incisività e non si limiti a “critiche” sterili di varie propagande politiche, l’accaduto è gravissimo e rappresenta un attacco ai valori sui quali si fonda l’Unione Europea: la tutela dei diritti umani.
Partecipano a questa denuncia a fianco de “La Casa Delle Donne-Ragusa” le associazioni: Work in Progress /Centro Antiviolenza Floridia (Sr)- Associazione Prometeo onlus (Rg) – Nuova Vita Centro Antiviolenza Ragusa.
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