La “Pittura aconcettuale” di Ignazio Pandolfo a Spazio Macos fino al 16 giugno

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Un ribaltamento dei canoni classici di concepire l’opera d’arte nella mostra “Pittura aconcettuale” di Ignazio Pandolfo, curata da Mamy Costa e inaugurata il 5 giugno scorso nei locali di Spazio Macos a Messina.

Un percorso pittorico dalle cromie intense e fortemente evocatrici, che a contatto con l’occhio attento dello spettatore vanno a comporre una miriade di significati specifici, in linea con l’attitudine interpretativa del soggetto, staccandosi definitivamente dalla mente dell’artista che le ha realizzate, per andare incontro a desideri, bisogni, aspirazioni del singolo che così compone una personale ed unica tessitura concettuale.

Lo ha spiegato Pandolfo introducendo le sue opere.“Nel ciclo pittorico che ho il piacere di presentare – ha detto Pandolfo – mi sono mosso spinto dalla necessità di ribaltare le attitudini creative usuali. Nessuna idea o concetto derivante intenzionalmente dall’autore è presente nei dipinti, salvo il paradosso di una “assenza di concetto”.  L’Opera rimane così centro dell’interesse e unica depositaria dell’Idea creativa che in essa si è incarnata, un po’ come la vita è entrata nel ciocco di legno da cui è nato Pinocchio, di fronte a un inconsapevole Geppetto. La realizzazione pittorica – retinica e tutt’altro che minimalista – rimane il solo medium capace di evocare quel misterioso messaggio, sconosciuto all’autore, che può svilupparsi ed essere trasmesso solo nel silenzioso e meditativo dialogo col fruitore”. Il linguaggio dell’arte esprime così il suo intrinseco carattere universale nelle pressoché infinite possibilità di lettura, realizzando la magia della ricorrente dialettica tra autore e fruitore che consegna l’opera all’eternità.

L’artista ha inoltre offerto alcune “istruzioni per l’uso”. Tutti i quadri sono senza titolo, in quanto la singola denominazione, come frutto fantasia dell’artista, sarebbe un’indicazione di natura concettuale rivolta al visitatore; così come, in linea di massima,le tele non necessitano di cornice essendo questa già dipinta sulla tela. L’orientamento di posizione del quadro, tracciato da una freccia posta sul retro, rappresenta solo un’indicazione di massima. La collocazione a parete dell’opera (vera dinamo emozionale del rapporto con il fruitore), può variare in base flusso di sensazioni che collegano, come un arco voltaico, la tela a colui che la osserva.

“Pittura aconcettuale” sarà visitabile su appuntamento fino al 16 giugno prossimo, dal martedì al sabato dalle 17.00 alle 19.00.

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Emanuele Morabito

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