I primi a scendere dalla nave sono stati i più giovani, quei minori non accompagnati che hanno rappresentato una parte consistente degli oltre 400 migranti che la Sea-Eye4 ha salvato nel Mediterraneo centrale in sei operazioni di soccorso in poco più di due giorni, nelle zone Sar di Libia e di Malta.
Con loro, anche le famiglie con bimbi piccoli e le donne incinte. I migranti, sono stati sottoposti a controlli medici e al tampone e saranno trasferiti per un periodo di quarantena a bordo della nave Aurelia, che già ieri ha raggiunto il porto di Pozzallo. I minori non accompagnati saranno, invece, trasferiti nel centro di accoglienza San Pietro, vicino Ragusa. Una delle tre donne incinte, all’ottavo mese, è stata trasferita in ospedale a Modica.
Il responsabile delle operazioni della ong tedesca Jan Ribbeck ha, però, fatto una denuncia forte stamattina affermando che “dei bambini piccoli stanno urlando e piangendo” e invitando la Guardia costiera a “garantire un’azione dignitosa e proporzionata”, parlando anche di “commenti razzisti delle autorità locali”.
“Gli idioti ci sono dappertutto, magari ci sarà stato un caso frainteso, ma quello che è successo, se è successo, a Pozzallo non è stato un episodio di razzismo – ha commentato il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, presente durante le operazioni – Qui c’è una macchina umanitaria collaudata, che funziona perfettamente su tutti i fronti, soprattutto quello umanitario. Qui c’è grande sensibilità, solidarietà, serenità e umanità” .
La nave, prima di approdare nel Ragusano, ha dovuto fare il giro della Sicilia: inizialmente si era infatti diretta verso il porto di Palermo per poi fare rotta verso est lungo la costa jonica dopo avere ottenuto dalle autorità italiane un porto sicuro che era stato invece negato da quelle maltesi.
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