De Laurentiis con un tweet ha ufficializzato l’arrivo di Victor Osimhen a Napoli, una telenovela durata davvero troppo che si è conclusa con un lieto fine. Da un punto di vista tecnico molto si è detto di questo calciatore: esplosivo, velocissimo e con un ottimo senso del gol. Quello che non si sa è che la vita del ragazzo, pur avendo soli 21 anni, sembra un vero e proprio romanzo, un saliscendi di gioie e dolori.
Nato a Lagos nel 1998, il giovane Victor deve subito fare i conti con la vita. La mamma vendeva acqua in bustina ai semafori, ma muore quando Victor ha appena 6 anni. Tocca quindi a lui vendere acqua ai semafori per sbarcare il lunario. Tre mesi dopo il padre perde il lavoro e sarà proprio il calcio a salvare la famiglia Osimhen, che in nigeriano significa “Dio è buono”, forse un segno del destino.
Alle elementari si diverte a seguire Andrew, il fratello più grande, che giocava in una scuola calcio. Andrew però capisce che la vera stella della famiglia è Victor, così decide di lavorare per pagare gli studi del fratellino. La collaboratrice della scuola calcio lo nota e gli dà degli scarpini dicendo: “Vai, divertiti”. E Victor si diverte tanto, fino a vincere addirittura il campionato under 17 con la Nigeria.
A questo punto comincia ad essere notato ed i miglior club di Premier lo cercano. Alla fine approda al Wolfsburg, ma prima un fastidioso infortunio alla spalla e poi la malaria contratta durante un viaggio in Africa sembrano far calare nuovamente il sipario sui sogni calcistici di Osimhen. In due stagioni in Bundesliga non segna nemmeno un gol e la malaria gli fa perdere anche il treno per i Mondiali 2018.
Dopo tanti provini finalmente trova una squadra disposta a scommettere su di lui: il Charleroi. In Belgio l’attaccante rinasce segnando 20 gol in 36 partite. Viene acquistato dal Lille l’anno dopo, segnando 18 gol in appena 6 mesi. A maggio un altro fulmine a ciel sereno per Osimhen, la morte del padre. La sua prossima tappa è Napoli, con l’obiettivo di entrare nel cuore dei napoletani.
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