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Lamorgese

Lamorgese a Catania: la città riscopre pulizia e legalità per un giorno

Pubblicato il 23 Novembre, 2021

Luciana Lamorgese a Catania. La ministra dell’Interno ha partecipato alla campagna di prevenzione “…questo Non è Amore” della Polizia, evento che fa parte della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricorre il 25 novembre.

La manifestazione si è svolta all’interno del Teatro Massimo Vincenzo Bellini, prestigioso fulcro del centro storico del capoluogo etneo mortificato dagli effetti della “movida selvaggia”, dall’incuria, dal mancato rispetto delle regole, dalla lontananza delle istituzioni. Effetti magicamente svaniti. Almeno per un giorno…

Servizio d’ordine impeccabile. Polizia, carabinieri, vigili urbani: tutto il perimetro attorno al teatro perfettamente presidiato. E lucidato. Tutte le vie interessate dal luogo dell’evento ripulite da quei rifiuti accumulati agli angoli e dalla spazzatura disseminata ovunque che di solito degradano una delle zone che dovrebbe essere il fiore all’occhiello e che ancora, comunque, deturpano il resto della città. Basta fare un passo al di fuori del perimetro per rendersene conto.

Quella pulizia disperatamente invocata dai residenti, finalmente viene eseguita a regola d’arte perfino in quel vicolo di San Berillo dove fanno la spola spacciatori e che viene utilizzato come latrina da chi vive la notte, indifferente al fatto che lì vi si affaccino case vacanza, b&b, abitazioni, immobili su cui c’è chi ha investito il proprio sudore per farne un’attività o la casa.

Invocata così come i vigili e il carroattrezzi quando l’inciviltà di chi gestisce alcuni locali notturni o di chi posteggia impedisce l’accesso alle vie, ai garage, alle abitazioni, ma senza alcun riscontro “Perché il personale è impegnato altrove e siamo pochi”, così come viene ripetuto sistematicamente a chi chiede aiuto.

Lamorgese

Malessere riversato in una lettera aperta scritta dai rappresentati dei residenti costretti a riunirsi in associazioni e comitati per cercare di fare rispettare i loro diritti (Associazione Centro Storico, Comitato Cittadino Sciuti/Gemmellaro, Comitato Cittadino Bellini, Comitato Cittadino Castello Ursino, Comitato dell’Indirizzo):

Spettabile Ministra, in relazione al gravissimo fenomeno della cosiddetta Malamovida, noi Cittadini del Centro Storico di Catania, nel silenzio delle istituzioni locali – Forze dell’Ordine, Sindaco e Prefetto – ed a distanza di più di un mese dalla convocazione del Comitato per l’ordine e la Sicurezza Pubblica Provinciale di Catania avente ad oggetto la gestione della Movida, non possiamo che stigmatizzare negativamente alcune questioni e sottoporle alla Sua attenzione.
In quel Comitato non siamo stati invitati e lo stesso è quindi diventato un’inefficace passerella per i soggetti partecipanti; infatti, nella realtà ,se non per qualche sporadico controllo, sempre sollecitato dai residenti, nulla è cambiato; anzi, al contrario, sono aumentati i reati contro le cose e le persone: scippi, furti, rapine, danneggiamenti che riempiono le cronache dei giornali locali.
Purtroppo dobbiamo sottolineare che noi Catanesi ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e spesso siamo costretti ad esporci personalmente, avendone la peggio, poiché siamo minacciati e spesso malmenati dai titolari dei locali. Le forze dell’ordine, soprattutto la Polizia Municipale che non interviene quasi mai, ci hanno lasciati da soli, nonostante le denunce ed esposti che noi residenti presentiamo per le palesi violazioni di legge poste in essere da alcuni gestori di esercizi di somministrazione di cibo e bevande , i cosiddetti pub.
Signor Ministro il fenomeno della cosiddetta Malamovida a Catania, più che in altre città, è diventato un enorme problema di ordine pubblico: risse, spaccio, fuochi d’artificio, musica ad alto volume, assembramenti di soggetti senza mascherine ( Catania è la prima Città in Sicilia per numero di contagi), intralcio al traffico stradale, violazioni al codice della strada ( ZTL non rispettata, auto parcheggiate in doppia e tripla fila, moto parcheggiate sui marciapiedi ), molestie al riposo dei residenti, locali che occupano senza autorizzazioni la sede stradale, dehors selvaggi, pub trasformati in discoteche, etc.etc.. Temiamo, inoltre, che la malavita organizzata si sia appropriata di alcuni di questi locali per riciclare il denaro sporco, i residenti del centro storico hanno paura ad uscire la sera ed anche tutti i Cittadini Catanesi si rifiutano, oramai, di frequentare il centro storico per il timore di essere coinvolti in liti con soggetti poco raccomandabili. Intere bande di ragazzi, moltissimi minori, in Scooter e moto di grossa cilindrata, incentivati da esercenti che offrono da bere alcolici a pochi euro, hanno presso il possesso di quella che fu la Movida Catanese trasformandola nella Malamovida. Le strade il giorno dopo sono un tappeto di bottiglie, spesso rotte, e di sporcizia, atteso che questi locali non si dotano di cestini di raccolta dei rifiuti.
Troppo tardi e male le istituzioni si sono svegliate per cercare di contenere il fenomeno della c.d. MOVIDA SELVAGGIA, da anni, noi residenti, cerchiamo di avere un confronto con le istituzioni governative ( Prefetto, Questore, Comandante dei Carabinieri ) e cittadine ( Sindaci ed Assessori che si sono succeduti negli anni ) al fine di venire coinvolti nella soluzione dei problemi che la Movida crea. Si è sempre preferito privilegiare l’ascolto delle associazioni dei commercianti per ragioni di consenso politico-elettorale senza mai ascoltare e valutare le proposte dei residenti. Questa politica miope è ciò che ha creato i problemi di ordine pubblico di questi ultimi anni, e che si sono scientemente ignorati. Nessun credito, quindi, i residenti possono dare a chi, al vertice delle nostre istituzioni cittadine, ha volutamente ignorato le nostre richieste di aiuto.
Quindi, non ci rimane che invocare il suo aiuto affinché solleciti il Sindaco, il Questore, il Comandante dei Carabinieri ed il Prefetto a prendere provvedimenti immediati, seri e risolutivi.

Il nostro centro Storico da manifesto della bellezza della nostra città è diventato un luogo di degrado e malaffare, manifesto di una Gomorra, in salsa Catanese, che i cittadini ed i turisti non meritano di vedere. Le sottoscritte associazioni sono però pronte ad interloquire con codeste autorità, affinché vengano in breve tempo poste in essere iniziative di concreta e duratura riqualificazione e controllo del territorio, anche attraverso un confronto con le categorie dei commercianti per trovare un percorso comune che ridia dignità alla nostra città“.

La leggerà? Saranno ascoltati? Intanto Catania riscopre, in parte, pulizia e legalità. Almeno per un giorno.

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