Lana di cane, quando una grande materia prima incontra un grande artigiano. Solo a Montefortino

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Se lo fanno eschimesi e lapponi da sempre, perché noi no? Ecologici e cruelty-free, una coppia originaria di Fermo che vive a Montefortino, nello splendido e isolato scenario delle montagne marchigiane, Alessandro Vittori e Giulia Alberti, ha voluto stupirci con un’invenzione assai originale.

Riutilizzare il sottopelo di cane è diventato un’attività che concilia l’amore per la natura e il rispetto per gli animali che più amiamo.
Pochi sanno che la loro lanuggine è una materia prima di grande qualità che può diventare un filato di altissima qualità sia per morbidezza che per isolamento termico, pari per esempio alla lana d’angora.

Il processo produttivo è lungo e articolato, ma nessun problema: i due vivono in simbiosi con questi paesaggi intonsi, in questo scorcio di Paradiso, con i figli Matteo e Anna.
La lana di cane, che è anallergica, si lavora ma non si tinge, per essere ecosostenibili (anche se si utilizzano coloranti naturali, per tingere e risciacquare serve molta acqua e non va sprecata) e il risultato è sicuramente originale. In Lapponia, per la sua traspirabilità, viene consigliata a chi soffre di reumatismi alla schiena e chi fa sport in montagna.
Qual è il processo produttivo? Prima si lava, si distingue per colore – che non verrà mai alterato – e in seguito si carda, cioè si allineano le fibre nello stesso verso.

La filatura permette di raccogliere i fili dal rocchetto posto sull’arcolaio ed è la parte più difficile della lavorazione. Infine – più fili differenti compongono il filo singolo – con la binatura si evita che si sfilaccino; si lavano in acqua fredda e, per rafforzare le fibre ed eliminare le impurità, si battono per poi asciugarli in un luogo ventilato.

Siamo al termine di questo grande lavoro artigianale, che richiede una maestria che, a quanto ci risulta, solo a Montefortino hanno (www.fattorialarocca.it, www.lanadicane.it, lanadicane@gmail.com, c’è anche un Piccolo Museo della Lana da visitare).

Ultimo passaggio è la creazione del gomitolo e l’applicazione dell’etichetta con nome, razza, foto del cane che chi ordina il lavoro fornisce assieme al sottopelo. Complimenti, Alessandro e Giulia! Creatività, volontà e rispetto della natura e degli animali è forse scoprire il segreto della felicità.

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Redazione Civitanova

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