Negli ultimi giorni, provvedimenti in questo senso sono stati presi in molti capoluoghi italiani, a cominciare da Milano dove, secondo l’Arpa della Lombardia, i fuochi di artificio sono responsabili del 6% del PM 10 presente in città durante l’intero anno.
Per la Sicilia, gli ultimi dati risalgono al 2012 (https://www.arpa.sicilia.it/temi-ambientali/aria/linventario-delle-emissioni/), ma la comunità scientifica internazionale non ha dubbi circa il fatto che petardi e fuochi d’artificio rilascino nell’atmosfera massicce quantità di sostanze nocive, se è vero, come documentato dall’Agenzia ambientale britannica, che i quindici minuti di fuochi d’artificio sparati nel Capodanno 2000 a Londra in occasione delle celebrazioni per il nuovo millennio hanno prodotto più diossina di quanta ne avrebbe emessa un termovalorizzatore in 100 anni.
Dato per scontato che botti, petardi e fuochi d’artificio sono ogni anno responsabili di traumi e ferimenti, soprattutto a danno di ragazzi e bambini, non va, poi, dimenticato che essi rappresentano un fattore di stress e di rischio per la vita di animali selvatici e domestici. Molti uccelli, ad esempio, muoiono di crepacuore o, volando via per lo spavento, si schiantano contro tralicci e palazzi, mentre frequenti sono i casi di cani e gatti colti da infarto o fuggiti da casa in preda al panico.
“Le alternative per festeggiare senza recare danno a nessuno ci sono e in una città che voglia dirsi civile”, avverte la presidente del circolo Legambiente di Catania, Viola Sorbello, “l’amministrazione cittadina ha il dovere di mettere in campo tutti gli strumenti di cui dispone per far sì che si possa accogliere il nuovo anno nel segno del rispetto per l’uomo e per l’ambiente”.
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