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Aprilia, la morte di Adriana finisce sulla scrivania del presidente Mattarella

Pubblicato il 15 Febbraio, 2022

“Le scrivo per evitare che la vicenda legata alla morte di una giovane ragazza, madre di una bambina di due anni e di un neonato in fin di vita possa passare nella più totale indifferenza, con il rischio, assai concreto che le indagini avviate a seguito della denuncia presentata dai famigliari possano essere anzitempo archiviate”.

Queste le parole dell’incipit della lettera che l’avvocato della famiglia di Adriana Tanoni, ha indirizzato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Come si ricorderà la giovane donna, 28enne di Aprilia, è deceduta per Covid all’ospedale Umberto I di Roma dopo che, per settimane, diverse strutture sanitarie avevano rifiutato il ricovero, soprattutto perché, incinta, le era stato praticamente vietato, dai sanitari che l’avevano in cura, di sottoporsi alla vaccinazione contro il covid 19.

“La morte di Adriana – continua la missiva – rappresenta una tragedia che avrebbe potuto essere evitata. Si è deciso di concludere le indagini e di trasmettere, in tempi assolutamente record (circa sette giorni), il fascicolo ad un’altra Procura, quella di Latina, che poi quel fascicolo ha immediatamente restituito al mittente – scrive ancora il legale – senza aver neppure acquisito le informazioni dei famigliari. Da quello che ci risulta non è stata compiuta alcuna attività investigativa volta a rintracciare i sanitari che hanno di fatto impedito ad Adriana l’accesso al sistema sanitario e dunque la possibilità di essere adeguatamente assistita. Non risulta che siano state sequestrate le immagini degli impianti di video sorveglianza delle strutture interessate e neppure ci risulta sia stato nominato alcun consulente né che le cartelle cliniche siano state sequestrate. Confido in quello che mi auguro possa rivelarsi un Suo benevolo intervento – conclude la lettera – che potrebbe essere l’ultima occasione per scoprire la verità su quanto accaduto a questa giovane donna”.

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