Cultura

Lo spettacolo dal vivo: l’indagine AGIS sui contagi

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Lo spettacolo dal vivo: un solo contagiato Sars-CoV-2 su 350mila spettatori dalla riapertura post lockdown. Lo dice uno studio dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo.

Su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno 2020 (giorno della riapertura dopo il lockdown) ad inizio ottobre, si registra un solo caso di contagio da Sars-CoV-2 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle diverse ASL territoriali.

L’indagine è stata elaborata dall’AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo su un campione interamente rappresentativo della pluralità dei generi e dei settori dello spettacolo dal vivo e che copre tutto il territorio nazionale. I risultati sono stati resi noti ieri, domenica 11 ottobre 2020, sul sito ufficiale dell’associazione.

Grazie all’APP IMMUNI, lo studio ha individuato un solo “caso positivo”, e che in seguito ad accertamenti sanitari ha certificato la negatività di tutti gli spettatori entrati in contatto con lo stesso.

L’assenza di casi dal giorno in cui sono state riprese le attività di spettacolo, se correlata alla curva crescente di contagi che purtroppo sta colpendo il nostro Paese nelle ultime settimane, evidenzia quindi come il settore dello spettacolo sia stato, in termini di sicurezza, assolutamente “virtuoso”, grazie alla professionalità degli operatori ed al senso civico degli spettatori.

Il nuovo Dpcm, atteso nelle prossime ore, potrebbe nuovamente contenere misure restrittive per lo spettacolo dal vivo, agendo in particolare sul numero degli spettatori che possono assistervi stabilendo un limite massimo di 200 partecipanti (al chiuso) senza tener conto degli spazi effettivi. Questo comporterebbe l’impossibilità di portare avanti la programmazione autunno/inverno.

Venerdì 9 ottobre 2020, ad esempio, sono stati 1200 spettatori al PalaDozza di Bologna, ad assistere concerto al Maestro Riccardo Muti. Proprio in quell’occasione Muti si è dichiarato molto preoccupato per la situazione culturale italiana: la salute è la prima cosa da salvaguardare ma se non non curiamo anche la mente, ha dichiarato il Maestro, si compirà un disastro anche nei confronti delle future generazioni convinto che si può andare avanti preservando salute e cultura.

Un convincimento questo del Maestro Muti che sembra rispecchiarsi perfettamente in questa indagine realizzata da AGIS. Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore e quale sarà il destino dello spettacolo dal vivo, settore tra i più colpiti dalla pandemia.

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Rossella Vetrano

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