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estorsione

“Ma tu non mi fai mai un regalo?”- minacce estorsive nei confronti di un commerciante nella Sanità

Uno dei due arrestati appartiene al clan Mauro.

Pubblicato il 29 Giugno, 2021

Nella giornata odierna gli agenti del Commissariato San Carlo Arena ha eseguito una ordinanza cautelare, emessa il 21 giugno 2021 dal G. I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea, con cui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Di Vicino Luca, nato a Napoli nell’82, e Leonardo Vincenzo, nato a Napoli nel ’96, quest’ultimo già condannato per l’appartenenza al clan Mauro. Entrambi sono ritenuti gravemente indiziati del reato continuato di tentata
estorsione commesso ai danni di un commerciante della Sanità.

Gli agenti hanno ricostruito l’esatta dinamica dei fatti, grazie alla collaborazione dello stesso commerciante che ha installato delle telecamere di videosorveglianza nel suo negozio. Gli agenti hanno così constatato che i due indagati, nel settembre del 2019, in due occasioni consecutive hanno chiesto alla vittima di consegnare una somma di denaro, non ben identificata, a titolo di tangente.

Il negoziante con grande coraggio si è sempre opposto. In un’occasione si nota che i due indagati, dopo essere entrati nel negozio recandosi presso il retrobottega, avevano intimato al commerciante di fare loro un dono con la frase “ma tu non mi fai mai un regalo?”. La stessa richiesta estorsiva è stata avanzata qualche giorno dopo.

I due indagati tra l’altro risultano già arrestati per lo stesso motivo: tentata estorsione continuata commesse nel febbraio 2019, insieme ad altre due persone, per agevolare le attività del clan Mauro, ai danni di un titolare di un’agenzia di scommesse nella Sanità. Per quell’episodio risultano già condannati.

Nella stessa giornata di oggi è stato arrestato un uomo, sempre per tentata estorsione in un cantiere a Piazza Nazionale. Fortunatamente sono sempre più imprenditori e commercianti che hanno deciso di dire basta al racket, un messaggio che deve arrivare forte e chiaro alla camorra che agisce come un parassita succhiando linfa vitale all’economia partenopea.

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